BOLOGNA – Una ‘via crucis’, come l’ha definita l’animatore della manifestazione, il consigliere comunale di Cesena Giorgio Gustavo Rosso, ex del Movimento 5 stelle ora appartenente al gruppo misto. È quella a cui hanno dato vita, a Bologna, una trentina di genitori contrari all’obbligatorietà dei vaccini per l’iscrizione ai nidi e alle materne, introdotta prima da una legge regionale, e poi ribadita da un decreto del Governo. La manifestazione, che si è snodata tra piazza XX Settembre e piazza Nettuno, attraversando dunque via Indipendenza, si è tenuta proprio nel giorno in cui il Tar dell’Emilia-Romagna doveva pronunciarsi sui ricorsi presentati dal Codacons e da una trentina di famiglie contro la legge regionale sui vaccini (la decisione è stata invece rinviata al 17 ottobre).
Due gli striscioni esibiti dai manifestanti: nel primo è disegnato un bambino che dice “Sono sano, perciò sono pericoloso“, mentre sul secondo campeggia la scritta “La libertà non è un’opinione“. E mentre uno dei genitori scandisce con insistenza gli slogan “Libertà e verità”, e “Bonaccini (Stefano, presidente della Regione Emilia-Romagna, ndr) giù le mani dai bambini“, Rosso afferma senza mezzi termini che il decreto del Governo “è incostituzionale, perché non era assolutamente urgente, come ha ammesso lo stesso premier Paolo Gentiloni, e perché impone qualcosa che non può essere imposto, vale a dire i vaccini”. Quanto basta per far dire al consigliere comunale cesenate che il decreto ministeriale e la legge regionale sono “equivalenti alle leggi razziali”.
di Andrea Mari, giornalista professionista
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