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Meloni: “Teorie gender attaccano l’identità delle donne e il ruolo materno”

Lo sostiene la leader di Fratelli d'Italia, intervenendo al secondo giorno degli Stati generali della Natalità, in corso a Roma

Pubblicato:13-05-2022 12:34
Ultimo aggiornamento:13-05-2022 12:36

giorgia meloni convention fdi
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ROMA – “Il problema della famiglia, nella nostra società, oggi non è solo economico. C’è un problema culturale: nel tempo della globallizzazione tutti i presidi di identità sono sotto attacco. Il primo di questi presidi è la famiglia e al suo interno il primo architrave da abbattere è la madre. L’obiettivo primario delle teorie gender, secondo me, non è la lotta alle discriminazioni, ma un individuo indifferenziato che poi tanto indifferenziato non è, è maschio. Il problema mi pare sia l’identità della donna e della madre, il grande valore simbolico della maternità“. Lo ha sostenuto Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, intervenendo al secondo giorno degli Stati generali della Natalità, in corso a Roma.

“Non capisco come non si comprenda che certe scelte che si fanno impattano sui diritti delle donne. Il punto è il simbolo: nel grembo della madre noi impariamo tutto quello che serve per essere umani, a essere due, ad amare in modo gratuito, ad accettare l’imperfezione. Se si abbatte questo architrave- ha concluso- questa società è spacciata”. 

NEL PNRR MANCA LA PRIORITÀ STRATEGICA SU NATALITÀ E MATERNITÀ

Nel Pnrr la priorità strategica della maternità non c’è e questo è un problema. Un problema che riguarda anche l’Europa, che ha un piano per qualsiasi cosa ma non per la famiglia, per il sostegno alla maternità e per incentivare la natalità. Sono ancora convinta che il Pnrr dovrebbe rivedere i propri obiettivi. Ho detto che Draghi dovrebbe andare in Europa a rivedere questi obiettivi, mettendo al centro la demografia e la natalità, altrimenti noi siamo spacciati”. Lo ha affermato Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, intervenendo alla seconda giornata degli Stati generali della Natalità, che si concludono oggi a Roma.


“Nella nostra società, siccome il valore dell’essere umano viene valutato in base alla sua capacità di produrre e di consumare, i figli vengono considerati un fardello, una cosa antieconomica, un problema rispetto alla produttività- ha proseguito Meloni- Ma quando si pensa questo, non si pensa che senza i figli, senza i giovani il sistema non può andare avanti, perché fra 10 anni il 35% della popolazione avrà più di 65 anni, quindi ci saranno molte persone che non lavoreranno e da mantenere e sempre meno persone che lavoreranno. La più grande infrastruttura di cui abbiamo bisogno per mandare avanti il sistema sono propri i figli. Strumenti come l’assegno unico, con risorse insufficienti, o l’aumento dei posti negli asili nido non possono bastare. Occorre un piano imponente di protezione della maternità e di sostegno alla natalità. Ma un piano imponente richiede risorse, che non ci sono. Dove le prendiamo? Al momento il Pnrr è lo strumento più concreto che abbiamo”.

Riguardo ai contenuti di questo imponente piano di protezione della maternità e di sostegno alla natalità, la leader di Fratelli d’Italia ha ricordato le priorità indicate, nel tempo dal suo partito: “Asili nido gratuiti, estensione dell’orario, apertura al sabato e nei mesi estivi, incentivare gli asili privati a partire da quelli condominiali. Reddito d’infanzia, simile ad assegno unico, diverso solo per le risorse. Poi- ha aggiunto- c’è il tema del lavoro femminile, noi possiamo anche scandalizzarci di quello che dice Elisabetta Franchi. Ma lei dice una cosa che pensano, dicono in tanti e in tantissimi mettono in pratica. Sarebbe più giusto, piuttosto, fare in modo che il peso della maternità, in termini di contributo per le sostituzioni di maternità, se lo accollasse lo Stato, senza scaricarlo sugli imprenditori. Ci sono poi i congedi, l’Iva sui prodotti per l’infanzia. Queste cose vanno fatte tutte insieme, come ha fatto la Francia alcuni anni fa”.

Passando all’aspetto personale dell’esperienza della maternità, Giorgia Meloni ha risposto alla domanda posta da Gigi De Palo, promotore degli Stati generali della Natalità. “Mi chiedete chi me lo ha fatto fare? Da qualche anno- ha ammesso- mi chiedo piuttosto chi me lo ha fatto fare così tardi. In questa società nella quale pensiamo di essere giovani all’infinito, non ci rendiamo conto che la genitorialità in età matura non è più quella di quando avevamo 20 anni, senza contare gli impedimenti davanti ai quali ci mette la natura. L’impatto con la maternità è assoluto, i figli cambiano completamente il baricentro della tua vita che non sei più tu, ma un altro essere umano. E questa cosa, che apparentemente è una forma di schiavitù, perché quando hai un figlio non hai più la libertà nemmeno di morire e dipendi totalmente dall’amore per lui, è invece la più grande forma di libertà. I figli danno un senso alle tue priorità e alla cosa più preziosa che hai, dopo di loro, che è il tuo tempo. Seneca diceva che passiamo tutta la vita a cercare di non farci rubare tante cose stupide, mentre ci rubano il tempo che è la cosa più preziosa che abbiamo”, ha concluso.

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