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Vaccino, De Luca: “Aprono ai 40enni ma le dosi non ci sono”

"Per molti versi questo Paese è veramente un circo equestre"

Pubblicato:13-05-2021 14:50
Ultimo aggiornamento:13-05-2021 14:56

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NAPOLI – “Ho visto che ieri dal commissariato nazionale si è detto apriamo ai 40enni. Se nelle altre regioni, Liguria, Veneto, Emilia, vi erano più 80enni e 70enni, ora che arriviamo ai 40enni vuol dire che ci sono più cittadini in questa fascia d’età in Campania. Quindi, oggi dovremmo avere più vaccini di altri, ma se ne sono dimenticati. È una guerra quotidiana per avere la stessa percentuale di vaccini”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca durante una visita all’ospedale di Caserta.
“Dicono apriamo le vaccinazioni ai 40enni – ha insistito – ma i vaccini non ci sono. Ogni mattina sento al telegiornale che arrivano 3, 4, 10 o 50 milioni di vaccini. Vorrei dire sommessamente: perlomeno statevi zitti e diteci quelli arrivati, non quelli che dovrebbero arrivare”.

“La Campania sta ancora oggi combattendo – ribadisce De Luca -, ed è incredibile a dirsi, per avere il rispetto di una norma costituzionale: tutti i cittadini italiani hanno diritto allo stesso servizio, dal Piemonte alla Sicilia, ma in Italia non è così. Per molti versi questo Paese è veramente un circo equestre. Siamo ancora a 200mila dosi in meno di vaccino per i cittadini campani. È incredibile, vergognoso, scandaloso”.

“SE DIO VUOLE PRIMA DOSE A 70% CAMPANI ENTRO L’ESTATE”

Per il governatore campano “stiamo passando ai comparti economici e, se Dio vorrà, avremo vaccinato il 70% dei cittadini campani almeno con la prima dose entro quest’estate. Ma dipenderà tutto dai vaccini che avremo a disposizione”.
“In Campania – ha ricordato De Luca – abbiamo fatto delle cose anche non rispettando alcuni criteri demenziali dati dal commissario nazionale. Abbiamo deciso di dare priorità ad alcune realtà come le isole per evitare di aggiungere al Covid anche l’emergenza di centinaia di migliaia di disoccupati stagionali e non del comparto turistico. Non bisognava essere premi Nobel per capirlo, ma abbiamo dovuto fare la guerra per andare oltre i criteri nazionali. E ora proseguiremo con le vaccinazioni nei luoghi di lavoro”.


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