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La famiglia di Paolo Dall’Oglio: “È vivo anche lui, lo aspettiamo”

Un tema riemerso dopo la liberazione della volontaria Silvia Romano, rapita 18 mesi fa in Kenya e venduta ai jihadisti del gruppo somalo Al-Shebaab

Pubblicato:13-05-2020 17:51
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:18

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ROMA – “Per noi Paolo e’ ancora vivo e la speranza e’ sempre presente. Sono otto anni che non lo vediamo”. Cosi’ Giovanni Dall’Oglio, il fratello di padre Paolo Dall’Oglio il sacerdote gesuita sequestrato nel 2013 a Raqqa dai membri di un gruppo che di li’ a pochi mesi sarebbe divenuto lo Stato silamico (Isis).
Giovanni Dall’Oglio e’ intervenuto alla trasmissione ‘La vita in diretta’ di Rai 1 dedicata agli italiani ancora sequestrati, un tema riemerso dopo la liberazione della volontaria Silvia Romano, rapita 18 mesi fa in Kenya e venduta ai jihadisti del gruppo somalo Al-Shebaab.

In collegamento e’ intervenuta anche la sorella Francesca Dall’Oglio, che ha aggiunto: “In questi 18 mesi Silvia Romano e’ stata sempre nel nostro cuore. Pensando al nostro Paolo, parlandone in famiglia, ricordavamo spesso la situazione di questa giovane ragazza che era anche lei in mano a dei rapitori e il suo ritorno e’ stata una grande gioia”.
Quanto al gesuita Romano pero’, la sorella ha ricordato che le notizie sono poche e incerte: “Sarebbe stato rapito dall’Isis ma e’ di qualche mese fa la notizia che Paolo sarebbe stato visto uscire da Raqqa con una automobile dai vetri oscurati”. In questi sette anni “si sono alternate tante notizie diverse, alcune lo danno per vivo, altre per morto“.

Il missionario era in Siria per favorire il dialogo tra le religioni e le comunita’ durante la rivoluzione civile che sarebbe divenuta una guerra che ha coinvolto anche eserciti stranieri: “Paolo sentiva la tragedia di quello che si sarebbe poi verificato negli anni a venire” assicura Francesca, che conclude: “Sapevamo che seguiva una missione a cui, da gesuita, non poteva sottrarsi”.


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