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Il M5S costretto alla scissione: Di Maio con Salvini e Conte con il centrosinistra

L'editoriale di Nico Perrone per DireOggi

Pubblicato:13-05-2020 15:02
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:18

conte di maio
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“Ma cos’è questa crisi, ma cos’è questa crisi… metta mano al
portafoglio e vedrà che la crisi passeràààà, parapàparapà…”
cantava nel 1933 il grande Rodofo De Angelis (vi invito ad ascoltare la sua canzone perfetta per quello che succede oggi in Italia). Perché alla fine tutto sarà  deciso da come verrà gestita la ripartenza, soprattutto da quanta vera ‘grana’ verrà messa a disposizione dei tantissimi colpiti dal ‘coronaviruseconomico’.

Lì si giocherà la partita tra le forze politiche, Pd e M5S in testa. E come diceva un grande filosofo, «se i politici non hanno il coraggio di decidere saranno i fatti a costringerli». In questo momento, dice un Pd di rango, «il Governo e la maggioranza sono in mezzo alla palude, dove stai fermo se no anneghi». Una situazione dalla quale  nessuno sa come uscirne ma che non durerà, almeno stando a vari pareri raccolti a livello trasversale. Di Maio vuol tornare a fare il Capo politico e non fa niente se per raggiungere l’obiettivo deve scontrarsi con il presidente del Consiglio, di fatto un ostacolo sulla strada di chi punta a costruire un M5S
che si metta a disposizione del possibile vincitore di turno. Oggi col Pd, domani chissà. Tra i Dem il livello di guardia è stato superato da un pezzo, nessuno si fida più di Di Maio, sempre lesto a disfare gli accordi presi, che in molti (“magari”) vorrebbero tornasse a casa “tanto ora c’è il reddito di cittadinanza”. Sono battute certo, ma segno di un nervosismo che prima o poi potrebbe deflagrare. Non si parla di rimpasto a livello di Governo (“la gente in difficoltà ci verrebbe a cercare
con i bastoni in mano” sottolinea più di un parlamentare della maggioranza) ma è chiaro che allora ci saranno dei fatti che costringeranno tutti alla resa dei conti. E se per arrivare a concedere l’autorizzazione ai migranti per lavorare nei nostri campi per poco non si è arrivati alle mani, che cosa succederà quando tra un mese il Parlamento dovrà decidere se accettare i 37 miliardi del Mes (famigerato per metà dei ‘grillini’) per il nostro sistema sanitario? Ecco un fatto che potrebbe favorire la scissione dentro il M5S, con una metà del gruppo che sulle ali sovraniste seguirebbe Di Maio a fare opposizione con la Lega e Fratelli d’Italia. A quel punto sarebbe la nuova situazione a costringere a puntare su un Governo di unità nazionale allargato ai ‘responsabili‘ di Forza Italia che con i loro numeri in Parlamento garantirebbero la nuova maggioranza. In questo nuovo scenario, si ragiona, la presidenza del Consiglio toccherebbe al Pd, a quel punto prima forza in Parlamento. Giuseppe Conte, riferimento politico e istituzionale del Movimento orientato al centrosinistra, potrebbe essere il nuovo ministro degli Esteri, forte anche di tutte le relazioni costruite in questi due anni dalla sua entrata in campo.


LEGGI DIREOGGI | EDIZIONE DEL 13 MAGGIO 2020

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