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Il 25 maggio niente raccolta dei rifiuti: i sindacati indicono lo sciopero

ROMA - Il 25 maggio a rischio

Pubblicato:13-05-2015 08:01
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:19

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Raccolta differenziata rifiutiROMA – Il 25 maggio a rischio il decoro di Roma. I sindacati Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Fiadel hanno proclamato lo sciopero nazionale dei servizi di raccolta rifiuti, a cui aderiranno i gli ottomila lavoratori di Ama.

 

“A margine dell’incontro fra Azienda e organizzazioni sindacali dell’8 maggio 2015, nel quale si doveva avviare il confronto sulle linee guida del contratto di secondo livello, i sindacati hanno chiesto al management di Ama quale posizione volessero assumere rispetto alla possibilità di sottoscrivere un accordo aziendale che riconoscesse parzialmente ai circa 8.000 lavoratori alcune parti normative ed economiche relative al mancato rinnovo contrattuale del comparto Federambiente scaduto il 31/12/2013”, scrivono Natale di Cola della Fp Cgil, Alessandro Bonfigli della FitCisl, Stefano Bertinelli della Uiltrasporti e Massimo Cicco della Fiadel in una lettera inviata al sindaco di Roma Ignazio Marino e al presidente di Ama Daniele Fortini.


“Nei fatti- scrivono- la fusione in Utilitalia delle tre grandi organizzazioni datoriali Federambiente, Federgasacqua e Federutility, rischia di trasformarsi in una vera e propria annessione da parte di quest’ultima delle altre due associazioni che, in ragione degli indirizzi e delle scelte politiche che si stanno definendo, per quanto concerne esternalizzazioni e riduzione dei salari, oltre che alla pesante contrazione del peso specifico della contrattazione a livello locale, fanno si che l’area contrattuale relativa a Federambiente, rischia di ritrovarsi marginalizzata rispetto al confronto più generale sul rinnovo del contratto nazionale. A nostro avviso, infatti, nel caso che l’Azienda avesse deciso di fare un passo firmando l’intesa Azienda/sindacati, si sarebbe aperta la possibilità che Roma, congiuntamente ad Ama, ovvero il Comune più importante d’Italia e la più grande azienda a livello nazionale, potessero tornare ad essere protagonisti della contrattazione e dei relativi processi produttivi ed industriali del settore”.

(Prosegue nel notiziario DIRE in abbonamento)

 

di Marco Tribuzi

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