Quattro 4.000 in foto: com’erano e come il clima li cambia

Monte Rosa, Cervino, Gran Paradiso e Monte Bianco: a Trento 26 immagini raccontano il loro stato di salute, anche per far riflettere.

Pubblicato:13-04-2025 16:27
Ultimo aggiornamento:11-04-2025 16:27

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Foto storiche e scatti contemporanei per mostrare la ricchezza dei quattro Quattromila valdostani -Monte Rosa, Cervino, Gran Paradiso e Monte Bianco– e come i cambiamenti climatici li stanno cambiando. Grandi vedute e scatti ad alta quota accompagnati da approfondimenti scientifici per spiegare “il complesso quadro dello stato di salute delle Alpi valdostane, con particolare attenzione alla criosfera”. Tutto questo con 26 opere, tra foto storiche riprodotte a partire da originali provenienti dagli archivi della Regione Valle d’Aosta e da fondi privati, foto contemporanee scattate negli ultimi anni che danno vita ad una serie di foto confronti e quattro stereografie. E’ la mostra “Alpi in divenire. Sguardi a confronto in Valle d’Aosta” che viene ospitata dal 16 aprile al 17 maggio nelle sale di Palazzo Roccabruna a Trento: un inedito progetto espositivo promosso dal Forte di Bard, polo culturale della Regione Valle d’Aosta e centro di interpretazione e divulgazione sulle tematiche legate alla montagna, curato da Enrico Peyrot, fotografo e storico della fotografia e da Michele Freppaz, professore del Dipartimento di Scienze agrarie, forestali e alimentari dell’Università di Torino, che si è occupato della parte scientifica.

UNA MOSTRA IN DUE SEZIONI: UNA SENSIBILIZZA, L’ALTRA SPIEGA

Due le sezioni della mostra, che è ad accesso gratuito: la prima sensibilizza sui grandi cambiamenti climatici sulle Alpi attraverso il linguaggio fotografico, la seconda dedicata ai risultati scientifici in cui sono approfonditi il ruolo fondamentale degli osservatori scientifici sui quattro Quattromila valdostani e le campagne di studio e di ricerca che regolarmente si svolgono, dai monitoraggi della criosfera, ai carotaggi, agli studi sul suolo. L’ultima sala vede la partecipazione del Muse di Trento con uno spazio dedicato al suo ruolo nella ricerca sulle Alpi orientali.

FOTO CON UN IMPATTO EMOTIVO

“La mostra rappresenta il compimento di quattro anni di lavoro dedicati alla documentazione e alla ricerca dell’impatto dei cambiamenti climatici sulle quattro vette più iconiche delle Alpi valdostane che si è tradotto nel progetto ‘L’Adieu des glaciers’- spiega la presidente del Forte di Bard, Ornella Badery- un racconto per immagini nato dall’esigenza di documentare il particolare momento storico che i ghiacciai stanno attraversando, ma anche dalla necessità di raccogliere testimonianze di un passato glorioso, grazie allo studio di documenti inediti, con l’intento di valorizzare tutto ciò che i ghiacciai sono e rappresentano: sede per eccellenza della ricerca scientifica e riserva di vita, luogo di turismo, patrimonio visivo e spazio per uno sviluppo sempre in bilico tra sfruttamento e sostenibilità”.

L’impatto emotivo delle immagini protagoniste dell’esposizione ospitata a Palazzo Roccabruna- commenta Andrea De Zordo, Presidente della Camera di Commercio di Trento- ci permette di confrontarci con i problemi che anche noi avvertiamo in relazione al forte impatto che i cambiamenti climatici esercitano sui ghiacciai. Ci conforta sapere che l’impegno della ricerca scientifica, che questa mostra sa ben documentare, anche grazie alla collaborazione con il Muse di Trento, è attento e puntuale e ci permette di mantenere alta l’attenzione su un processo, quello dello scioglimento dei ghiacciai in volume e superficie, che ci coinvolge tutti per le implicazioni significative che esercita sull’ambiente, sulla disponibilità di risorse idriche e sul mantenimento di un equilibrio ecologico”.

dettaglio foto/credits

FOTO COPERTINA, Riccardo Selvatico- Indagini georadar in ghiacciaio- 5 ottobre 2018

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