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VIDEO | Colomba Antonietti, ‘bersagliera’ del popolo morta per la Patria

Speciale Donne da ricordare

Pubblicato:13-04-2020 11:09
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:07
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ROMA – Continua il viaggio nel Risorgimento per lo Speciale ‘Donne da ricordare’ che in questa puntata è dedicato alla figura di Colomba Antonietti: “Una ragazza del popolo, di una famiglia di fornai dell’Umbria“. A parlare di questa giovane donna “vivace, brillante, estremamente vitale e bella” è la scrittrice e storica Alessandra Necci che la sceglie perchè “giovane patriota, non stereotipata che riesce a interpretare tanti ruoli, non solo infermiera, ma soldatessa” morta infatti sul campo di battaglia.

“Nasce nel 1826, aiuta il padre fornaio” e sin da giovanissima “dimostra un grande afflato patriottico”. Ha solo “14 anni quando nasconde nel solaio di casa patrioti ricercati dalla polizia all’insaputa dei genitori”. Non manca l’amore nella vita di questa ragazza coraggiosa e “a soli 15 anni si innamora perdutamente del Conte Luigi Porzi che diventerà suo marito, in una notte di dicembre del 1846, nonostante la relazione fosse osteggiata dalla due famiglie”. Ad unire i due un “amore vero per la Patria. Lasciano l’Umbria per Roma dove il Conte viene imprigionato a Castel Sant’Angelo, proprio per quel matrimonio per il quale non aveva chiesto il permesso ai suoi superiori”. In questa vita romana Colomba “si appassiona sempre di più alla vita nazionale. In quegli anni- spiega Necci- a Roma si respira speranza”.


Tra il 1848 e 1849 il Conte aderisce alla Repubblica Romana, “esperimento di breve durata, ma insieme a lui anche Colomba che si taglia i capelli– racconta Necci- si veste da bersagliere e ha una partecipazione attiva e guerriera“. Così tanto che muore in battaglia “sul Gianicolo, baionetta in pugno, colpita da una palla di cannone”. Garibaldi la commemorerà con “parole bellissime”. E sul Monitore romano in sua memoria così si legge: “‘Se gli italiani non si battono, bastano le nostre donne a insegnare il rispetto dovuto al nome e la valore romano. Fate fuoco o barbari, ma inchinatevi'”.

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