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Un marchio “Calabria” per il vino regionale. L’idea lanciata dal presidente Oliverio

"Nel corso degli ultimi anni il vino

Pubblicato:13-04-2015 10:50
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:15

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vino rosso vinitaly“Nel corso degli ultimi anni il vino calabrese, grazie soprattutto ai produttori, ha fatto passi da gigante e si presenta oggi con una forte credibilità e anche con una maggiore capacità di competere sui mercati rispetto a ieri, ma tutto questo non basta. Bisogna fare ancora molto di più”. Così il Presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, ha concluso i lavori del convegno ‘Il vino che fa bene’, svoltosi presso la Torre Aragonese di Torre di Melissa, in provincia di Crotone, alla presenza del sottosegretario al ministero delle Politiche agricole, Giuseppe Castiglione, di numerosi parlamentari, sindaci, amministratori, produttori vitivinicoli e cittadini.

“Il fatto che il nostro prodotto, così come è accaduto di recente al Vinitaly di Verona, si presenti ancora in maniera estremamente frammentata e che non esista un marchio ‘Calabria’, è un punto di estrema debolezza- ha detto Oliverio- In questo senso dobbiamo lavorare e saper utilizzare le risorse per fare un salto di qualità in uno scenario internazionale, europeo e nazionale sempre più concorrenziale. Anche a livello regionale dobbiamo lavorare molto per affermare i nostri prodotti in una regione in cui il consumo della produzione vitivinicola locale è ridicolo. Basti pensare che su 26 milioni di bottiglie consumate in Calabria, solo due milioni sono di vino calabrese. Per costruire e diffondere una identità è necessario utilizzare strumenti adeguati. Penso alla formazione, al raccordo tra mondo della produzione e mercato interno. Penso, per esempio, che uno strumento come l’enoteca regionale non possa e non debba essere concepito solo come una vetrina, ma come uno strumento operativo gestito direttamente dai produttori, per aiutare l’aggregazione di prodotti e stare sui mercati per promuoverli e per alimentare il raccordo tra produzione e sistema enogastronomico locale”.

Oliverio ha fortemente rimarcato il ruolo e la funzione che l’agricoltura e, in particolare, la vitivinicoltura possono avere per la difesa e la salvaguardia del nostro territorio: “In una regione come la nostra ad elevato rischio idrogeologico la loro funzione è fondamentale poiché, laddove è presente l’uomo c’e’ sempre la difesa del territorio. In tal senso dobbiamo ripensare anche i nostri strumenti urbanistici, cambiare registro, alimentare una cultura nuova. Il nostro obiettivo deve essere quello di puntare al ‘consumo zero’ del nostro territorio. Ecco perché stiamo lavorando per incentivare l’immissione di nuove energie in questi settori, mettendo a disposizione di giovani soggetti che vogliano intraprendere una iniziativa in questo campo il nostro patrimonio demaniale. Parte delle risorse del PSR pensiamo di utilizzarla in questa direzione. Così come pensiamo di incentivare e favorire l’incontro tra centri di ricerca e aziende. L’imprenditore agricolo e vitivinicolo deve diventare protagonista e non soggetto passivo della ricerca”.


Oliverio, infine, si è soffermato sulla necessità di aprire una riflessione sul ruolo che può avere il Mezzogiorno nel futuro: “Dobbiamo aprire una grande discussione- ha detto- non per riproporre vecchie litanie o per chiedere elemosine, ma per ricollocare il Sud e la Calabria nella loro giusta dimensione, che è quella di occupare una posizione strategica privilegiata all’interno del bacino del Mediterraneo, attraverso la quale è possibile intercettare i grandi flussi di traffico che attraversano questo grande mare (negli ultimi dieci anni i traffici si sono quadruplicati) e da cui possono trarre giovamento sia il nostro Paese che l’Europa”.

“La nuova frontiera del futuro- ha concluso il governatore della Calabria- sarà, dunque, il Sud del Mediterraneo e, su questo fronte, anche il settore agroalimentare potrà dare un grande contributo. Dobbiamo lavorare con questo respiro perché si cambi passo. Le condizioni ci sono perché tutto questo possa avvenire. Tutto, ora, dipende, da ognuno di noi”.

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