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Coronavirus, Sipps: “Pediatri in trincea, se contagiati paese allo sbaraglio”

L'allarme dei pediatri della Sipps: "Questo è un lavoro ad alto rischio e chiedo pertanto al ministro di metterli nelle opportune condizioni di lavoro"

Pubblicato:13-03-2020 14:36
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 17:08

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ROMA – “Stiamo scoppiando. Si stanno ammalando troppi medici, ormai sono in centinaia quelli contagiati in tutta Italia. In trincea combattono contro il Coronavirus soprattutto i pediatri di famiglia, che in Italia sono 7.500, e ognuno di loro vede nel suo ambulatorio oltre 800 bambini. Se si ammalano i pediatri di famiglia la ricaduta sul Paese sarà pesantissima“. A dirlo è Giuseppe Di Mauro, presidente della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps), che lancia un appello al ministro della Salute, Roberto Speranza: “Chiediamo un’attenzione particolare a chi è in prima linea ad assistere la popolazione sul territorio, attrezzando gli ambulatori pediatrici dei dispositivi necessari a proteggere loro stessi per difendere a cascata i cittadini più fragili”.

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Di Mauro raccoglie l’sos di migliaia di medici ambulatoriali da tutta Italia. “Dalla Lombardia, dove oltre 100 medici sono già stati contagiati, alla Campania, in cui la stessa sorte è toccata a decine di specialisti, in tanti- sottolinea il presidente della Sipps- fanno sapere di sentirsi abbandonati, messi da parte, proprio perché lavorano nelle peggiori condizioni. C’è chi si procura i dispositivi di sicurezza in autonomia, ma questo non va bene”.


La Sipps ringrazia tutti i pediatri per il loro lavoro, “con un occhio speciale a quelli di famiglia che sono i punti di riferimento sul territorio. Il decreto governativo ribadisce, infatti, che chi sta male non deve andare in ospedale, ma in presenza di un sintomo bisogna rivolgersi al medico di base o al pediatra di famiglia. Questo è un lavoro ad alto rischio e chiedo pertanto al ministro- ribadisce Di Mauro- di metterli nelle opportune condizioni di lavoro. Se si contagiano i medici finisce tutto“.

Di Mauro conclude ricordando, infine, la perdita di Roberto Stella, “un medico di famiglia che ha assistito i suoi pazienti fino alla fine. Un grazie profondo va a lui e a tutti i medici di base e pediatri di famiglia che continuano con forza ad assistere i cittadini italiani. Proteggiamoli”.

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