ROMA – Marketing virale, verità o semplice cattivo gusto? Fa discutere il post pubblicato da un fast food di Milano per la ricerca di una cassiera, nel quale si lancia un invito alle ragazze italiane: “Svegliatevi! Il lavoro c’è, siete voi che non ci siete”.
Nell’annuncio, infatti, si legge: “Se ci chiedete perchè la maggior parte delle cassiere sono ragazze filippine, vi rispondiamo perchè le italiane il sabato hanno il moroso, il mercoledì hanno la palestra, la domenica la stanchezza, ecc. Per chi avesse la voglia di lavorare davvero, scriveteci”.
Immediata la risposta della rete, che ha sommerso la pagina con commenti negativi, definendo il post “sessista e razzista“: “Ma poi perché parlare al femminile? I maschi non possono fare i cassieri?” scrive un utente, mentre altri fanno i “compliementi al marketing “social”, avete perso non solo possibili cassiere, ma anche molti clienti, me per primo”.
La risposta alle critiche arriva in un’intervista del giornale ‘Rolling Stone’ al proprietario del fast food: “Chi ci conosce sa che usiamo sempre una comunicazione provocatoria, ma quel post rispecchia la realtà“, dice l’intervistato.
Secondo il proprietario del locale, ai ragazzi italiani manca la “cultura del lavoro”, poichè troppo “viziati da uno stato-chioccia”. Anche la laurea e titoli di studio sarebbero “una perdita di tempo”: “bisogna farsi una cultura del lavoro. Se uno poi vuole un pezzo di carta, può laurearsi la sera per corrispondenza”.
Sull’accusa di razzismo, infine conclude: “Il post è tutt’altro che razzista. Noi collaboriamo meglio con gli stranieri, hanno la cultura del lavoro che avevamo noi 30/40 anni fa”.
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