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El Salvador, Falcone (Aics): “La priorità è la lotta alla violenza”

"Agiamo in tanti ambiti, tutti funzionali a sconfiggere le maras"

Pubblicato:13-03-2017 15:36
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:00

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Marco Falcone_Direttore Aics El Salvador

ROMA – “Il principale problema di El Salvador è la violenza giovanile, perciò gli interventi di Cooperazione, anche se realizzati in ambiti come la cultura o le disuguaglianze di genere, puntano tutti a ridurre questo fenomeno, partendo dalla prevenzione”. Questa in poche parole la mission della sede salvadoregna dell’Agenzia italiana per la Cooperazione allo sviluppo (Aics) a El Salvador, come spiega all’agenzia DIRE il suo direttore, Marco Falcone.

El Salvador, ricorda infatti Falcone, è “il paese più violento al mondo”, dopo che nel 2015 le autorità contarono 6.640 omicidi su un totale di 6 milioni di abitanti.”In proporzione, è come se in Italia ce ne fossero stati 60mila”, osserva.

Un territorio ostaggio delle Maras, bande di ragazzi criminali e senza scrupoli. Questa sede Aics si trova nella capitale San Salvador, “la più a est del pianeta e dunque l’ultima su cui tramonta il sole”, sottolinea Falcone, e funge da base di coordinamento per i circa 30 progetti della Cooperazione italiana nell’intera regione del Centro America e Caraibi. Qui, solo nel 2017 sono stati stanziati 20 milioni di euro.


“Molti dei bisogni di El Salvador- spiega il direttore Falcone- coincidono con quelli dell’Honduras, del Guatemala e del Nicaragua, e in parte anche con Messico, Costa Rica, Panama e le altre isole caraibiche. Il problema principale del cosiddetto Triangolo Nord (Salvador, Guatemala e Honduras) è tuttavia la violenza. Per questo noi lavoriamo soprattutto sulla prevenzione, e quindi con i giovani, a stretto giro con le istituzioni centrali, locali, e con le università. In questa zona agiscono le Maras, bande armate i cui membri hanno tra i 12 ai 24 anni, che gestiscono attività illecite nella propria zona di competenza con modalità particolarmente violente. Le guerre tra bande non sono episodi isolati, e non risparmiano i civili. Quiogni ambito di intervento può essere utile “a contrastare il fenomeno”.

Prima di tutto c’è quello educativo, che per Falcone “è un investimento per il futuro”. E’ stata inaugurata proprio pochi giorni fa la Prima scuola di arti e mestieri in una città non lontana dalla capitale, a cui ne seguiranno altre due, mentre è di dicembre la consegna formale al Presidente della Repubblica del documento di sistematizzazione del modello italiano della ‘Scuola inclusiva a tempo pieno’, che punta anche ad integrare, insieme a docenti e studenti, le famiglie e le comunità. Queste ultime “capita che siano in mano alle Maras”, avverte il direttore Aics.

“Il sindaco di una di queste, ad esempio, mi ha confidato che la Mara locale aveva dato la sua ‘approvazione’ al piano scolastico di ‘Inclusione a tempo pieno’: non avrebbe ostacolato in alcun modo la sua realizzazione. Si comprende facilmente l’importanza di un simile risultato”.

Marco Falcone tiene poi a citare un altro progetto per il recupero dei ragazzi detenuti nelle carceri, “che sta influenzando le politiche nazionali”, e di un altro di contrasto alle bande armate, “portato avanti in collaborazione con il governo di El Salvador e del Guatemala. Questi governi, consapevoli del ‘know how’ che l’Italia ha sviluppato nella lotta alla mafia, ci hanno chiesto aiuto dal punto di vista della prevenzione ma anche delle tecniche investigative, degli strumenti legislativi, nonché del coinvolgimento della società civile. Abbiamo quindi organizzato incontri con esponenti del gruppo Libera e del ministero della Giustizia italiano”.

Altro ambito di intervento che Falcone giudica fondamentale “è l’uguaglianza di genere: le donne sono, dopo i giovani, le principali vittime delle Maras, ma anche della violenza domestica che qui ha dimensioni molto gravi. Senza dimenticare che spesso sono esse stesse ‘mareros'”. Non può mancare il sostegno a piani di viluppo locale, come quello che crea sinergia “tra i produttori locali di caffè e cacao insieme ai tostatori e i trasformatori italiani: i primi vendono a prezzi più alti e i secondi hanno accesso a prodotti di prima di qualità”.

Infine, tanti gli interventi sul territorio: “ci sono zone estremamente degradate in cui fioriscono le bande giovanili”, osserva ancora il rappresentante Aics. Poi, i disastri naturali: “Questo paese assomiglia molto all’Italia perché i terremoti sono frequenti, i vulcani sono tanti, ha problemi seri sul piano del dissesto idrogeologico e soffre le conseguenze dei cambiamenti climatici”. Su questo tema a fine febbraio è stato presentato il workshop ‘Sorveglianza e monitoraggio vulcanico, sismico e geo-idrologico’ per la formazione di personale specializzato, e realizzato in collaborazione con l’Università di Palermo e l’Università di El Salvador. E la risposta della popolazione a tutti questi progetti “non potrebbe essere migliore. Non ho mai visto un paese che vuole lavorare così tanto con la cooperazione, sia a livello di governo che di società civile”, la conclusione di Marco Falcone.

di Alessandra Fabbretti

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