ROMA – Un anno fa nella località costiera di Grand-Bassam un attentato contro un resort per turisti gettò per la prima volta la Costa d’Avorio nell’incubo del terrorismo. Il paese africano oggi ricorda le 16 vittime di quella giornata – più tre membri della sicurezza – con un minuto di silenzio alle 12,45 (le 13,45 in Italia). La stampa internazionale fa invece il punto sulle indagini: 38 persone arrestate, alcune in operazioni condotte anche in Mali, Senegal e Burkina Faso. D’altronde il commando di tre uomini armati che aprì il fuoco contro dei civili inermi faceva capo ad Al-Qaeda nel Maghreb islamico (Aqmi) e Al-Mourabitoune, gruppi armati che agiscono in questa regione dell’Africa subsahariana.
Una fonte del ministero dell’Interno ha confermato a ‘Radio France internationale’ che le forze di sicurezza ivoriane sono riuscite a catturare anche tre dei registi dell’attacco a Grand-Bassam. Nel quadro delle stesse indagini è stato aggiunto qualche tassello anche per gli attacchi condotti all’hotel Radisson di Bamako e al ristorante di proprietà di un italiano, il ‘Capuccino’, a Ouagadougou, avvenuti alcuni mesi prima, rispettivamente a novembre 2015 e gennaio 2016. Un passo avanti importante, che apre “forti speranze per la lotta al terrorismo”, ma che per i rappresentanti di Yamoussoukro non sarebbe stato possibile senza la proficua collaborazione con l‘intelligence francese, marocchina e algerina. Tuttavia, mancherebbe ancora un uomo all’appello: un volto catturato dai video delle telecamere di sorveglianza dell’aeroporto di Abidjan. Ma ad oggi Kounta Dallah sfugge ancora agli investigatori.
di Alessandra Fabbretti, giornalista