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Egitto, 1840 arresti arbitrari nel 2015 secondo le associazioni

Questi arresti forzati vengono perpetrati contro normali cittadini senza che - come denunciano i testimoni- venga riconosciuto loro alcun diritto

Pubblicato:13-03-2016 16:22
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:22

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ROMA –  La stampa internazionale – tra cui il quotidiano Independent – ha raccolto la denuncia presentata da varie associazioni egiziane per i diritti umani, secondo le quali da marzo 2015 nel paese sono state arrestate arbitrariamente 1.840 persone. Fenomeno che viene attribuito alla polizia di Stato, come “parte della nuova politica di sicurezza messa in campo dal Governo”, come chiosa l’Independent. Questi arresti forzati vengono perpetrati contro normali cittadini senza che – come denunciano i testimoni ascoltati dagli attivisti – venga riconosciuto loro alcun diritto: arresti e perquisizioni senza un regolare mandato, interrogatori raccolti senza la presenza o il sussidio di un avvocato, e famiglie a cui vengono negate informazioni a proposito dei congiunti in carcere. Le persone che sono state rilasciate hanno inoltre rivelato che le confessioni vengono estorte spesso anche ricorrendo alla tortura. “Dal primo giorno- ha raccontato Khalil, una delle vittime di questa pratica, fortunatamente poi rilasciato- la polizia mi faceva domande su persone che non avevo mai conosciuto, insistendo sul contrario. A volte, quando ero stanco delle torture- ha proseguito l’uomo- gli dicevo che ero pronto a dirgli tutto quello che volevano sentirmi dire”. Il 9 marzo scorso l’Unione europea ha approvato una risoluzione contro il Cairo per “la campagna su larga scala di arresti arbitrari”, che potrebbe aver costretto oltre 22mila egiziani alla detenzione nelle carceri nazionali prima di aver avuto un giusto processo. La scomparsa di queste persone, secondo la risoluzione di Bruxelles, avrebbe come data di inizio giugno 2013.

Secondo i gruppi per i diritti umani egiziani, un’ulteriore stretta da parte del Governo alle liberta’ civili degli egiziani e’ sopraggiunta con la nomina di Magdy Abdel Ghaffar alla carica di ministro degli Interni, al punto che gli attivisti definiscono la pratica degli arresti forzati “la politica di sicurezza non ufficiale adottata dal governo di Al-Sisi”, come risposta alle tensioni esacerbate dall’instabilita’ economica e dalla recrudescenza dei gruppi islamisti nella Penisola del Sinai. La cifra di 1.840 scomparsi e’ stata raccolta dal gruppo Rights and Freedoms, a partire da marzo 2015. A gennaio, il Nadeem Centre ha gia’ registrato 66 casi. Si tratta del centro per il sostegno alle vittime di tortura e violenze gravi – subite soprattutto nelle carceri – che di recente il Cairo ha deciso di chiudere, e contro cui si e’ espressa anche l’Unione europea. Fino ad oggi, tuttavia, il ministro Ghaffar ha respinto ogni accusa ribadendo che non si e’ verificato “un solo caso” di persona scomparsa come effetto di arresti arbitrari, sostenendo che “su ua popolazione di 90 milioni di cittadini, la scomparsa di 200 persone e’ normale”.


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