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M5s. Di Battista a testa bassa contro l’euro: “Via dal Nord Europa nazista”

A chi gli chiede se il Movimento guarda a Syriza e Podemos, se può esistere un dialogo con questi due partiti, Di Battista risponde: "Noi dialoghiamo con tutti, in Europa abbiamo costruito con Farage"

Pubblicato:13-03-2015 09:00
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:10

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A. Di Battista

A. Di Battista

ROMA – “Noi non stiamo nell’euro, stiamo nel marco sostanzialmente”, quindi via subito dalla moneta unica, lontani dal “nazismo centrale nord europeo” che “produrrà sempre più schiavi”, perché “vogliono colonizzare il Sud Europa”. Alessandro Di Battista, deputato del Movimento 5 stelle non ha dubbi, l’euro è una zavorra di cui l’Italia deve liberarsi al più presto, per non finire schiava del “nazismo” della Germania e della Bce.

Alla Camera per il convegno organizzato dai deputati del M5S ‘All’Alba di una nuova Europa’, Di Battista dice: “Nel programma di Syriza ci sono cose buone, ma non le realizzeranno mai restando nell’euro. Ci sono diversi modi per uscire dall’euro: iniziamo a contrastare questo mantra. Ci dicono ‘se uscite dall’euro si svaluteranno i salari, perderà potere d’acquisto la vostra moneta, ci sarà deflazione, i mutui, la disoccupazione crescerà, il Paese perderà competitività industriale’: tutto quello che sta succedendo oggi restando nella moneta unica”.

Applausi dalla platea e allora lui insiste: serve “una banca pubblica nazionalizzata che emetta e stampi moneta. E’ un modo per dare a un popolo, a un governo, un potere: una politica monetaria, fiscale, valutaria. Sono degli strumenti per uscire dalla crisi, giocarci, tutti lo fanno, ma oggi non abbiamo questo potere”.


 

A chi gli chiede se il Movimento guarda a Syriza e Podemos, se può esistere un dialogo con questi due partiti, Di Battista risponde: “Noi dilaoghiamo con tutti, in Europa abbiamo costruito con Farage”. All’orizzonte il progetto è di coinvolgere l’Europa meridionale in un’alternativa all’eurozona: “Se le economie dei tre Paesi dell’Europa meridionale si unissero sarebbe il terzo Pil mondiale dopo Cina e Usa”.

 

Prima di lui era toccato a Luciano Vasapollo, professore di analisi dati di Economia applicata alla Sapienza di Roma, ragionare sull’uscita dall’euro. “Se Syriza ha ragione e l’Europa è riformabile bene, ma- osserva- se ha ragione la sinistra di Syriza che dice che la Ue non è riformabile allora lasciamo aperta la prospettiva dell’uscita dall’euro”. Da dove partire? “La prima cosa è la nazionalizzazione delle banche. Alba (l’Alleanza bolivariana per l’America latina e il Caribe) dimostra che questo è possibile. Dopotutto già Craxi, Andreotti e Fanfani avevano nazionalizzato l’Iri. Poi ci sono i servizi, l’energia da nazionalizzare”.

 

Vasapollo si appella a tutti gli “intellettuali militanti”, chiede loro di reagire al governo Renzi: “Se le politiche neoliberiste le fa Berlusconi i sindacati scendono in piazza perché Berlusconi è un delinquente, se invece le fa Renzi che è più compatibile con la borghesia transnazionale europea allora non si scende in piazza. Solo i sindacati di base hanno il coraggio, ma un governo non è di sinistra solo perché si riferisce tale”.

 

Anche lui guarda a quanto succede nei partiti esteri: “Anche Izquierda unida comincia a ragionare sull’uscita dall’euro, meglio tardi che mai. Siamo a disposizione del Movimento 5 stelle per portare l’unica proposta possibile: uscire dall’euro per una nuova alba mediterranea“.

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