
ROMA – Il 41bis non può giustificare la “rarefazione e la compressione di altre libertà inframurarie” se non con l’impedimento di “contatti e collegamenti” che risultino “concretamente” e “specificamente” finalizzati ad evitare “ulteriori reati o attività dell’associazione esterna”. Questo in sintesi il pensiero di Pietro Gaeta, avvocato generale della Cassazione, riportato nella requisitoria depositata in vista dell’udienza di Alfredo Cospito, prevista il 24 febbraio. In questa data la Cassazione sarà chiamata a pronunciarsi sul ricorso presentato dalla difesa dell’anarchico contro la decisione del tribunale di sorveglianza di Roma di confermargli il regime del carcere duro.
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In sintesi, per il Pg della Cassazione “essere, o essere stato, il leader di gruppi anarchici non sono ragioni sufficienti” per giustificare il 41 bis e pertanto ne chiede l’annullamento con rinvio.
Intanto, si aggravano le condizioni di Alfredo Cospito che da sabato pomeriggio è ricoverato all’ospedale San Paolo di Milano.
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