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Contratto infermieri, la rabbia di Nursing Up: “Incontro con Aran una pantomima”

Confermato lo sciopero nazionale per il 23 febbraio

Pubblicato:13-02-2018 09:07
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:28
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ROMA – Si è concluso con un niente di fatto l’incontro all’Aran per discutere sul rinnovo del Ccnl del comparto Sanità: a nulla sono servite le quattro ore di confronto tra le parti di ieri sera. Lo rende noto il sindacato degli infermieri Nursing Up, che ha proclamato lo sciopero nazionale per il 23 febbraio con una grande manifestazione in forma statica a Roma, in piazza Santi Apostoli.

“Trovo scandaloso che ci vengono riproposte le stesse indennità che sono ferme da vent’anni, senza le differenziazioni che tengano conto dell’alta professionalità degli infermieri italiani- denuncia il presidente Nursing Up Antonio De Palma- vogliono un rinnovo contrattuale a costo zero”. Durante la riunione sono stati consegnati alle sigle sindacali un paio di stralci della bozza contrattuale che trattano, tra l’altro, delle indennità giornaliere degli infermieri con importi identici a quelli dell’ultimo contratto (cioè 2 euro e 74 centesimi lordi per ogni ora di servizio notturno dalle ore 22 alle ore 6), senza alcun accenno alle risorse integrative. Addirittura al punto 3 di tale bozza si legge che: “Al personale del ruolo sanitario appartenente alle categorie sanitarie B,C e D ed operante in servizi su tre turni compete una idennità giornaliera, pari a euro 4,49”.

In un altro capoverso Aran scrive quanto pagherà tutti gli operatori sanitari riconducibili alle categorie da A a D “per almeno 12 ore giornaliere ed effettivamente operanti su due turni in corsia o in struttura protetta”: a loro andrà, secondo la proposta Aran, “una indennità pari a euro 2,07”. Una cosa inaccettabile, dimostrando per di più di non avere vergogna, aggiungendo che: “Detta indennità è corrisposta purché vi sia una effettiva rotazione del personale su due turni, tale che nell’arco del mese si evidenzi un numero sostanzialmente equilibrato dei turni di mattina e pomeriggio ovverosia almeno paro al 30%”.


Quindi gli infermieri, “stando a quanto si legge in queste assurde proposte contrattuali, rischiano di non essere nemmeno pagati 2,07 euro al giorno, a meno che non rispettano le suddette condizioni. In sostanza si chiede loro di trasformarsi in veri e propri ‘architetti dei turni’: per farlo sarà necessaria un’altra laurea? Non siamo disponibili ad accettare condizioni contrattuali al ribasso e oltretutto contestiamo il metodo: non è possibile prendere visione di pezzi di contratto ed esprimere un parere seduta stante. Hanno anche il coraggio di chiamarla trattativa, quando riteniamo con tutta evidenza che sia una modalità che, di fatto, vessa il confronto. Siamo arrivati al ridicolo: abbiamo lavorato dopo ogni incontro su una serie di proposte alle quali nessuno ha ancora risposto. Risponderanno alla fine della contrattazione? E perché, se si tratta di un confronto? E ancora: le risorse che chiediamo ci sono o no?. Questo modo di procedere ci sembra una presa in giro dei lavoratori che aspettano da vent’anni delle risposte”, conclude De Palma.

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