
ROMA – Nell’Africa subsahariana lo swahili non è solo la lingua più parlata ma anche uno strumento chiave per l’integrazione: è l’assunto alla base di una nuova legge approvata in Rwanda, che ne riconosce lo status di idioma ufficiale. A Kigali, nei documenti e negli atti amministrativi ma anche nelle scuole, lo swahili potrà essere utilizzato insieme con il kinyarwanda, il francese e l’inglese.
La sua promozione a lingua ufficiale è stata decisa su impulso della Comunità dell’Africa orientale (Eac), un organismo regionale che riunisce Tanzania, Kenya, Burundi, Uganda e Rwanda con l’obiettivo di favorire gli scambi culturali e commerciali. Appartenente al gruppo delle lingue bantu, scritto in caratteri latini, lo swahili è nato secoli fa dai contatti tra i popoli dell’Africa orientale e i commercianti arabi o originari dell’India e del Golfo Persico. La lingua oggi è parlata da circa 140 milioni di persone, non solo nell’area della Comunità dell’Africa orientale ma anche in Repubblica Democratica del Congo, Mozambico, Somalia, Isole Comore, Zambia, Malawi e Sud Sudan.
di Vincenzo Giardina, giornalista professionista
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