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Roma, la denuncia del farmacista di Piazza Vittorio: “Io, vessato e minacciato”

La testimonianza di Longo: "Lavoro con l'ansia, durate il lockdown abbiamo subito diverse aggressioni"

Pubblicato:13-01-2021 14:13
Ultimo aggiornamento:13-01-2021 14:13

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ROMA – “Tutti i giorni sono minacciato e vessato. Lavoro con l’ansia specialmente quando non ci sono, anche perché durante il lockdown abbiamo avuto diverse aggressioni. Il mio personale è formato quasi da tutte donne e sento la responsabilità di difendere il territorio”. Parla all’agenzia Dire Giuseppe Longo, storico farmacista di Piazza Vittorio, che continua a denunciare la situazione di degrado che investe il Rione Esquilino, ma non solo. “La parte più difficile del mio mestiere è mettermi a disposizione e a tutela del cittadino- aggiunge- per me i cittadini sono tutti uguali, poveri, ricchi, fortunati o sfortunati. Purtroppo però in questo periodo sono tantissime le persone che vivono per strada alla mercè di qualunque situazione e che stanno portando il quartiere al collasso. Dopo lo sgombero dei clochard da Castro Pretorio, questi- ricorda Longo- in buona parte, si sono trasferiti sotto i portici con le conseguenze che possiamo immaginare dal punto di vista igienico sanitario e pandemico“. Escrementi, cassonetti incendiati, gazebo del Covid test occupato di notte e usato come ‘latrina’.

“È stato fatto un esposto da un’avvocata che si è presa in carico di rapportare singolarmente gli episodi accaduti- denuncia il farmacista- dalla violenza carnale alle tante condizioni di pericolo per la cittadinanza. Adesso sembra che qualcosa si muova ma spero che non sia solo per Piazza Vittorio e che possa in maniera generalizzata aiutare chi ha bisogno, non solo il clochard”. L’errore commesso in questa fase, secondo Longo, è proprio quello di aver “mischiato ai senza tetto anche criminali, tossici e squilibrati che non hanno alcun controllo, poiché non è previsto nessun piano per il recupero e l’assistenza di queste persone“. Eppure è possibile toglierle dalle strade delle città, puntualizza, “basterebbe riuscire a isolarle, categorizzando le loro difficoltà”: in primis distanziare “i problemi psichiatrici da quelli criminali e di povertà. Una volta individuata questa differenziazione- precisa il farmacista- tali persone potrebbero essere benissimo assistite e infine reinserite“. Dalle istituzioni Longo si attende adesso risposte immediate. “Che siano di emergenza?- riflette- In emergenza abbiamo comprato le mascherine tre volte tanto e fatto molti errori, speriamo di non sottovalutare ora un problema così importante“. L’obiettivo è sempre quello di usare meglio le risorse già individuate e non utilizzate: “Non va bene se le risorse sono spese per acquistare coperte poi buttate il giorno dopo, o per i pasti non consumati dai senza tetto, che puntualmente li lasciano a terra sporcando strade e facendo arrivare piccioni e ratti. Serve un controllo sulla realtà dei consumi, veramente queste assistenze sono controllate nei numeri messi a disposizione?“. Ma in attesa che le istituzioni rispondano, a Piazza Vittorio i cittadini hanno sempre più paura: “Una cliente che abita sopra la farmacia mi ha detto che è intimorita a portare fuori il cane- conclude- dato che la sera quando esce non sa se ritornerà a casa intera“.


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