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Scuola, Zaia: Nord senza prof, in Sicilia 4.606 non fanno niente

"In molte regioni del Nord ci sono posti vuoti da coprire con supplenze, mentre al Sud i docenti sono in sovrannumero" è l'accusa di Zaia

Pubblicato:13-01-2017 12:37
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:47

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VENEZIA – In Veneto ci sono 7.000 posti di docente liberi, 6.000 sono quelli in Piemonte, 2.000 in Friuli Venezia Giulia e altri 2.000 in Liguria, mentre in Lombardia sono addirittura 11.000. Per contro, in Sicilia “4.606 professori si godono lo stipendio senza far nulla perché in sovrannumero“. Lo afferma il governatore del Veneto Luca Zaia, spiegando che, per la gran parte, “si tratta di neoassunti mai neppure arrivati a prendere servizio dalle nostre parti, perché nello scorso anno scolastico è stato consentito loro di continuare a fare i supplenti nelle scuole vicine a casa, mentre per l’anno in corso hanno ottenuto dal giudice il riconoscimento del diritto di rimanere nelle province in cui risiedono”. E ciò “anche se non esistono ore di lezione da svolgere tali da giustificare lo stipendio fisso che ricevono”. Il risultato è che al nord “i posti devono essere coperti con supplenze”, mentre al sud e al centro “le scuole sono sovraffollate di docenti assunti in ruolo col folle piano di assunzione” del Governo, continua Zaia.

La colpa non è solo del “clima clientelare in cui sono maturate le assunzioni della buona scuola”, precisa il presidente della Regione Veneto, ma anche “del disastri nell’utilizzo dell’algoritmo nazionale che governa i trasferimenti dei docenti“. Il sistema è stato “messo in mano a una nuova e inesperta dirigenza scelta dalla ministra Giannini”, e non ha tenuto conto del principio secondo cui i primi in graduatoria hanno la priorità nella scelta della sede lavorativa. Se il ministero avesse ammesso di aver sbagliato, in ogni caso, si sarebbero potute sistemare le cose. Ma dato che “la burocrazia romana non ammette mai i propri errori”, si è proceduto con molteplici conciliazioni con i docenti. A questo punto il ministero ha approvato un numero ridottissimo di conciliazioni, scatenando i ricorsi dei docenti insoddisfatti. Così, mentre al sud gli uffici provinciali “assegnano i docenti ricorrenti a una scuola anche se non esistono più cattedre con ore di docenza disponibili”, al nord “esplode il caos, il sistema di assegnazione delle supplenze va in tilt, e gli istituti restano senza supplenti”. E “chi pagherà i costi di questa follia?“, conclude Zaia, “come sempre il Veneto e il nord”.

di Fabrizio Tommasini, giornalista


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