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ROMA – “La violenza sulle donne ha molti volti. E questo forse è il peggiore: quando una madre vuole proteggere sé stessa ed il proprio figlio e invece subisce rivittimizzazione da quelle istituzioni che dovrebbero proteggerla e tutelarla. Martedì 17 Dicembre prossimo, alle 9.30, si terrà forse l’ultima udienza di una lunga serie, dell’ennesimo processo che vede imputata una madre, per calunnia. Siamo sconvolte da quanto una donna debba sopportare. Accusata e punita per aver parlato, raccontato e chiesto aiuto! E a chi dovremmo rivolgerci se non alle istituzioni quando un nostro diritto e quello dei nostri figli viene calpestato? Ma se queste sono intrise delle stesse dinamiche e paradigmi patriarcali che invece dovrebbero condannare moralmente e giuridicamente, come dobbiamo fare?”. Così in un comunicato di denuncia sul caso della mamma di Pisa le donne e le madri di MaternaMente e MovimentiAMOci Vicenza.
“Una madre e suo figlio da 10 anni- scrivono le associazioni- subiscono una vera persecuzione giudiziaria. Lei, aveva denunciato le violenze, ma la sua denuncia (come accade troppo spesso) venne archiviata nonostante le prove. Il figlio costretto contro la sua volontà a frequentare il padre. E la madre accusata di essere lei la causa del rifiuto del bimbo. Punita con un prelievo coatto del figlio. Undici poliziotti a portarglielo via. Sfondate porte e divelte telecamere. Il bimbo sotto evidente stato di shock. Neanche le raccomandazioni del giudice ad interrompere l’azione in caso di sofferenza psico-fisica del minore, sono servite. Ed oggi viene accusata lei per aver denunciato la violenza subita.
La madre di Pisa è difesa dalle avvocate di Differenza Donna. Come madri e donne femministe, invitiamo a partecipare e a sostenerla moralmente e umanamente. Il processo è a porte aperte. Perché in Italia ci sono molte Jiselle Pelicot. Donne dal coraggio e dalla dignità enorme. La differenza siamo noi a farla. Sta a noi tutte dare risalto e valore alla lotta che una donna affronta non contro un singolo uomo ma contro un intero sistema. Sistema che ha in sé le stesse radici della violenza maschile”, concludono le associazioni.
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