Getting your Trinity Audio player ready...
|
ROMA – Al netto della iconica testa fasciata, del calco dentario di Suarez che ancora portava come un tatuaggio sotto la maglia della Nazionale, dei mille pestoni rifilati a tutti col sorriso, della Nazionale e della Juventus, delle coppe alzate, al netto di tutta questa provvisoria carriera da campione di Giorgio Chiellini resta il racconto attualissimo del “laureato”. Il calciatore-laureato, classico ossimoro d’un ambiente tutto pallone e playstation. All’estero, dove aveva preso ad abitare per definizione mentale ancor prima che residenziale, è il punto caratteristico delle interviste che da settimane concede. L’ultima, puntualissima, è del Guardian. E lì, tra le mille solite cose, Chiellini ritorna sullo scatto in avanti rispetto ai colleghi: “Sono cresciuto pensando di andare all’università. Ero solo. Leggevo molti libri. Trascorrevo molto tempo giocando alla PlayStation o dormendo il pomeriggio. Perché non posso sfruttare questo tempo per continuare a studiare? È stata anche una sfida e adoro le sfide. Voglio mettermi alla prova ogni giorno per migliorarmi“.
Ha deciso che smette. Basta. È una sfida pure questa. Passa all’altro lato della forza, la dirigenza, il management. Niente panchina, basta campo. Niente lacrime e singhiozzi, con lo stadio traboccante di rammarico e quella domanda che tradisce le facce di molti campioni che dicono addio: “E ora? Che faccio ora?”. Chiellini chiude con l’esperienza in Mls, a Los Angeles. Negli Usa ha trovato un presente ma anche un futuro accoglienti.
LEGGI ANCHE: Calcio, Chiellini si ritira: “Sei stato il viaggio più bello”
Studia ancora. Parla d’affari con il fondatore di Alibaba Joseph Tsai, il Ceo di Mandalay Entertainment Peter Guber e un certo Magic Johnson. Vuole imparare, conoscere, sapere “perché la gente ha investito nel calcio 10 anni fa, come decidere di costruire uno stadio o di costruire strutture, come investire 15 milioni di dollari, come prendere queste decisioni principali”. E vuole anche “sapere cosa hanno fatto molti proprietari nelle loro vite passate… Solo conoscere la storia di queste persone potrebbe aiutarti ad aprire la mente ad alcune idee per il futuro. Alla fine, molte informazioni ti aiutano ad avere nuove idee, non solo a copiare qualcun altro“. Uno così non lo batti, nemmeno se si ritira.
LEGGI ANCHE: Ibrahimovic, addio al calcio. Lacrime e cori a San Siro: “Milanista per tutta la vita”
LEGGI ANCHE: “Speravo che questo momento non arrivasse mai”: il discorso di Totti nel giorno dell’addio
Chiellini ha vinto tanto, ha soprattutto impedito che fossero gli altri a vincere. Era il suo mestiere. Un artigianato dell’opposizione. Ma fuori dal campo ha passato il tempo a costruire. Si è laureato in Economia e Commercio a Torino nel 2010, e lì ha poi conseguito il master in Economia Aziendale nel 2017. Studiava e studiava. Pure in aereo, nelle trasferte: “All’inizio la gente intorno mi diceva ‘che fai?’. Ma dopo un paio di volte, è diventato normale”. I compagni prendevano le misure a lui, e lui le prendeva al mondo.
Chiellini è stato il “senatore”, il “dottore” ma anche un po’ la “bestia”. Bello, proprio mai. Ha marcato una distanza tra l’agonismo dei suoi gesti e l’alterità di ciò che lo aspettava fuori. Dicevano fosse rozzo, quando in realtà ha dominato il gioco maneggiando il nervosismo altrui, in una supremazia mentale tradotta in strapotere fisico. È tutto al passato, adesso. Ha già messo i piedi sotto una scrivania, probabilmente in tackle.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it