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Augusto Barbera è il nuovo presidente della Corte Costituzionale

È stato eletto all'unanimità con 13 voti e una scheda bianca (la sua)

Pubblicato:12-12-2023 12:32
Ultimo aggiornamento:12-12-2023 18:06
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Augusto-Barbera
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ROMA – Augusto Barbera è il nuovo presidente della Corte Costituzionale. Succede a Silvana Sciarra, cessata dal mandato lo scorso 11 Novembre. In Camera di Consiglio Barbera, che era presidente facente funzioni dopo che Sciarra ha lasciato la Corte, è stato eletto all’unanimità con 13 voti e una scheda bianca (la sua). La Consulta si compone di 15 giudici, ma al momento il Plenum non è al completo per la ‘fumata nera” del Parlamento sul componente che deve sostituire Sciarra.  Come primo atto, il neo-presidente ha nominato vice presidenti i giudici Franco Modugno,  Giovanni Amoroso e Giulio Prosperetti. 

CHI È AUGUSTO BARBERA

Barbera, nato ad Aidone in Provincia di Enna il 25 giugno 1938, è stato eletto Giudice della Corte costituzionale dal Parlamento, il 16 dicembre 2015. Ha giurato il successivo 19 dicembre 2015. Professore emerito di Diritto costituzionale presso l’Università di Bologna, dove è stato professore ordinario fino al 2010.  Ha in precedenza insegnato presso le università di Catania e Ferrara. Deputato dal 1976 al 1994, eletto nelle fila prima del PCI e poi del PDS, è stato presidente della Commissione per le questioni regionali, vicepresidente della Commissione bicamerale per le riforme istituzionali e nel 1993 ministro per i rapporti con il Parlamento nel Governo Ciampi. Nel 2015 è stato eletto dal Parlamento Giudice della Corte Costituzionale. Barbera terminerà il suo mandato tra circa un anno.

BARBERA: IL PARLAMENTO ELEGGA PRESTO IL GIUDICE MANCANTE

“Ringrazio i giudici che hanno consentito una votazione unanime, c’è stata solo una scheda bianca. Ringrazio in particolare i giudici Modugno e Prosperetti che sono entrati  alla Corte con me 8 anni fa”, dice Augusto Barbera, neo presidente della Corte costituzionale. Barbera ricorda che il Plenum che lo ha eletto non è al completo, con 14 giudici e non 15 e che il regolamento della Consulta, in questo caso, prevede che, con un Plenum non nella pienezza dei componenti, per un mese dalla cessazione del mandato del suo presidente, non si possa procedere a nuova elezione. Passati i 30 giorni invece si può votare. Barbera sottolinea che questo “ci ha costretto a rinviare di un mese”,  dopo che Silvana Sciarra ha lasciato la presidenza per cessazione del mandato da giudice. Barbera conclude: “Il mio auspicio è che quanto prima si possa completare il collegio con l’elezione del giudice di competenza del parlamento”.


RIFORME. BARBERA: FORTE LEGITTIMAZIONE PREMIER? PROBLEMA FIN DAGLI ANNI ’90

 “Il problema di una forte legittimazione del premier è un problema che si è posto fin dagli anni ’90 anzi, anche prima, dalla Commissione Bozzi che prevedeva la fiducia solo al presidente del Consiglio. Poi, con l’affermarsi di un incerto bipolarismo, il corpo elettorale quando andava a votare in realtà si pronunciava sul parlamentare da eleggere,  sulla coalizione e indirettamente sul presidente del Consiglio. Il problema della legittimazione c’è anche in altri Paesi europei”.

BARBERA: MAXI-EMENDAMENTI? OBBROBRIO MA GIUSTIFICATI DA DEBOLEZZA GOVERNI

I maxi-emendamenti sono obbrobriosi, si raccolgono un serie di istanze, di progettini e piccoli interessi che i parlamentari non riescono a conoscere perché sono presentati all’ultimo minuto. Tutto ciò crea problemi e la Corte costituzionale non sempre se ne è potuta occupare in maniera appropriata ma non può che essere preoccupata da questa alterazione” perché “occorre stare attenti a non trasformare quelle che sono espressioni di debolezza dei governi in forme di prevaricazione. Da qui il problema delle riforme costituzionali”, dichiara Barbera rispondendo alle domande dei giornalisti sulle riforme costituzionali e sull’ultima del Governo sul premierato. 

Barbera precisa: “Non condanno la pratica dei maxi emendamenti,  dico che in assenza di altre regole europee come in altri Paesi dove il Governo può chiedere al Parlamento il voto a data certa, diventa inevitabile che si ricorra ai maxi-emendamenti, con l’auspicio che si dia più spazio agli emendamenti dei parlamentari”. Barbera osserva che in ogni caso “la richiesta del voto di fiducia è espressione di debolezza della maggioranza non di forza, significa che al suo interno ci sono problemi“. Strumenti come “il voto a data certa – conclude – sarebbero auspicabili perché i decreti legge sono una forzatura della volontà parlamentare”.

 BARBERA: PREMIERATO? HO IDEA PERSONALE MA NON POSSO ESPRIMERMI

 “Il Premierato? Ho idee personali ma non mi pronuncio. Non posso esprimere una opinione, è una scelta politica. Se arriverà davanti alla Corte costituzionale potremo esprimere la nostra opinione come Collegio. La collegialità è un bene prezioso che abbiamo cercato di salvaguardare”.

BARBERA: RUOLO CAPO STATO? È UNA SCELTA POLITICA MA SPERO CON UNA MAGGIORANZA PIÙ AMPIA 

“Qualunque riforma può portare a una accentuazione o a una riduzione del potere del capo dello Stato. Potrei citare una infinità di proposte di riforme sul tema. Dipende dalla scelta politica che vorrà fare questo parlamento, auspicando che avvenga con la maggioranza più ampia, cioè dei due terzi”

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