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Scarichi fognari in mare e in un fiume, sequestrato il depuratore a Trapani

Cinque indagati

Pubblicato:12-12-2022 21:09
Ultimo aggiornamento:12-12-2022 21:09

sequestro depuratore Trapani
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TRAPANI – I cittadini da anni segnalavano quei liquami riversati in mare e alla fine la Procura è entrata in azione, chiedendo e ottenendo il sequestro del depuratore intercomunale. Accade a Trapani, dove la Capitaneria di porto ha messo i sigilli all’impianto che, secondo i magistrati, non funzionava in maniera corretta ed era diventato dannoso per la salute dei cittadini e per l’ambiente, perché quegli scarichi finivano anche in un fiume che scorre all’interno della riserva delle saline. L’impianto non riusciva a garantire i minimi tabellari previsti dalla legge per l’immissione dei reflui nell’ambiente.

L’INDAGINE

Cinque gli indagati dalla procura guidata da Gabriele Paci: i magistrati ipotizzano una serie di illeciti in violazione delle norme che disciplinano gli scarichi dei reflui fognari. Oltre all’impianto, la Capitaneria di porto ha sequestrato anche le strutture poste a monte e che servono al sollevamento e alla scolmatura in emergenza delle acque piovane. L’impianto, secondo gli inquirenti, immetteva reflui fognari non depurati sia nel fiume ‘Lenzi-Baiata’, che scorre nell’area protetta delle saline di Trapani e Paceco, che direttamente in mare dai dispositivi di via Tunisi, in corrispondenza del lungomare Dante Alighieri. Emerse, oltre all’assenza delle autorizzazioni allo scarico per via delle carenze dell’impianto, anche “palesi e pregresse inadeguatezze strutturali e procedurali – dicono dalla Capitaneria di porto – adottate nella conduzione delle infrastrutture”.


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