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L’orecchio un microcosmo del cervello, può svelare malattie neurodegenerative

Le alterazioni dell'udito possono essere la spia precoce di una neuroinfiammazione: allo studio un test per identificare il danno

Pubblicato:12-12-2022 17:45
Ultimo aggiornamento:12-12-2022 17:45

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ROMA – “L’orecchio può essere considerato come microscosmo del cervello e le alterazioni dell’udito, sia percettibili dalla persona che non percettibili possono essere la spia precoce di una neuroinfiammazione a carico del cervello”. Lo afferma la Professoressa Arianna Di Stadio, docente all’Università di Catania e ricercatrice onoraria presso il Laboratorio di Neuroinfiammazione del UCL Queen Square Neurology di Londra.
“Stiamo mettendo a punto un protocollo con un test particolare, senza l’utilizzo di metodologie invasive, che ci permetterà di identificare il danno a livello delle cellule dell’orecchio causato dalla neuroinfiammazione– spiega l’esperta- Sappiamo che le lesioni neuroinfiammatorie in alcune aree del cervello – aree acustiche superiori – possono causare alterazioni temporanee o persistenti dell’udito come, ad esempio, la perdita della capacità di sentire i suoni oppure la percezione di suoni che in realtà non ci sono (acufeni). L’orecchio, che ha strette connessioni con il cervello, può essere vittima della neuroinfiammazione in maniera indiretta, a causa di alcuni elementi infiammatori che dal cervello passano nell’orecchio (citochine infiammatorie)”.
Secondo l’esperta “poiché l’orecchio è più suscettibile a questi elementi infiammatori, le cellule al suo interno cominciano a morire; questa morte cellulare, se molto importante porta alla perdita uditiva, ma se invece interessa una parte moderata di queste cellule si può identificare – sebbene non abbia ancora causato la perdita dell’udito – con questo semplice test non invasivo. La morte di queste cellule dell’orecchio, legata al dilagare della neuroinfiammazione, potrebbe essere il primo segno di un problema all’encefalo. In futuro grazie all’utilizzo di questo test elettrofisologico, ci auguriamo di riuscire a diagnosticare in fase molto precoce, e dunque trattabile, le malattie neurodegenerative tramite uno screening delle funzioni uditive”.

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