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Acqua, Hera e Conami investono 42 milioni per un nuovo impianto contro sprechi e siccità

Nasce un nuovo potabilizzatore tra Bologna e Ravenna che sarà pronto nel 2025: servirà anche a ridurre la pressione sulla diga di Ridracoli

Pubblicato:12-12-2022 17:54
Ultimo aggiornamento:12-12-2022 17:54

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CASTEL BOLOGNESE (RAVENNA) – Sicurezza nell’approvvigionamento, maggiore qualità e un occhio di riguardo per l’ambiente. Svolta per il sistema idrico nell’area di Castel Bolognese, Comune della provincia di Ravenna al confine con quella di Bologna, grazie a un investimento di 42 milioni di euro per la realizzazione di un nuovo potabilizzatore a Bubano, frazione nel bolognese, e di una nuova condotta da circa 15 chilometri.

La nuova infrastruttura, pronta nell’estate del 2025, sarà a servizio di 13 Comuni delle due province garantendo, spiega questa mattina alla stampa il sindaco di Castel Bolognese Luca della Godenza, sicurezza idrica, “un punto decisivo del progetto”, a famiglia e imprese. L’iter del progetto, aggiunge, è partito a inizio anni 2000 e si è evoluto nel tempo e “oggi siamo orgogliosi di annunciare il punto di inizio di un nuovo sistema che cambierà in meglio la vita a tanti cittadini”. Agendo anche sul problema del maggiore calcare presente nelle acque. L’intervento, sottolinea la vicepresidente della Regione Irene Priolo, è “atteso, condiviso dalla comunità e importante anche contro le crisi di siccità“. D’altronde, chiosa, Viale Aldo Moro ha allungato le concessioni del sistema idrico al 2027 proprio per mandare avanti un certo tipo di investimenti. L’intervento, prosegue, è stato candidato a un finanziamento da 17 milioni di euro e potrebbero dunque liberarsi ulteriori risorse da investire nel ciclo idrico integrato. Inoltre, da un lato grazie alla interconnessione tra le reti permette di “diminuire la pressione sulla diga di Ridracoli“, dall’altro garantisce minori prelievi dai pozzi con benefici per la subsidenza. Insomma, tira le somme, “un’opera che guarda a tutti gli aspetti”, dalla perdita delle reti a riuso e diversificazione delle fonti. Senza dimenticare, chiosa il sindaco di Imola, e presidente dell’assemblea dei sindaci del Conami, Marco Panieri, la maggiore disponibilità di acqua e la garanzia di continuità nel servizio. Il tutto grazie a “un gioco di squadra” tra territorio e istituzioni.


Più nel dettaglio dell’intervento da 42 milioni di euro, di cui 30 da Conami e 11 da Hera, verranno realizzati un potenziamento e restyling del sistema di produzione di acqua industriale che passerà da 400 a 460 litri al secondo, un nuovo impianto di produzione d’acqua potabile quattro volte superiore al prececente, 160 litri al secondo, e un sistema di trattamento dei fanghi unitario. Con una nuova condotta da 15 chilometri. I lavori dovrebbero iniziare a giugno 2023 per concludersi dopo due anni.


La risorsa idrica, rimarca il direttore di Atersir Vito Belladonna, è “aggredita e si devono diversificare le fonti” e puntare sulla “sinergia tra acquadottistica industriale e civile”; mentre i cambiamenti climatici, chiosa il presidente di Conami Fabio Bacchilega, “richiedono progettualità multidimensionali”. Da questo punto di vista con quest’opera, conferma l’amministratore delegato di Hera Orazio Iacono, si utilizzerà più acqua di superficie, meno dai pozzi per un sistema più resiliente e con una interconnessione maggiore. “È imprescindibile progettare in prospettiva”, conclude, e infatti gli investimenti della multiutility nel servizio idrico, 116 milioni di euro all’anno, superano del 30% la media nazionale.

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