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Ai Mondiali in Qatar l’Italia gioca in Difesa tra artificieri, droni e palombari

Il punto sulla missione Orice, che garantisce la sicurezza nel corso della Coppa del mondo

Pubblicato:12-12-2022 14:13
Ultimo aggiornamento:12-12-2022 14:13
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ROMA – È ormai tempo di semifinali dei Mondiali di calcio in Qatar, ma intorno ai campi di gioco e alla cosmesi di una città sotto le luci del mondo c’è una partita silenziosa di sicurezza e difesa che si gioca scandagliando i fondali del mare, garantendo la sicurezza dei cieli e degli spalti di uno stadio, blindando il palcoscenico di un evento sportivo internazionale con l’aiuto delle Forze Armate italiane.

La Nazionale in Qatar c’è e ha le stellette. L’operazione si chiama ‘Orice’ e sarà attiva fino al 18 dicembre a supporto delle Forze Armate qatarine per l’implementazione del sistema di difesa e sicurezza. La missione bilaterale è interforze e vede schierati 560 militari, 46 mezzi terrestri e una nave, il Pattugliatore Polivalente d’Altura Thaon di Revel, che imbarca anche un elicottero multiruolo SH-90A. C’è una task force terrestre su base Brigata “Sassari” dell’Esercito (380 soldati) e l’altra per le operazioni in mare, con nave “Thaon di Revel” della Marina Militare che sorveglia le acque al largo di Doha. La guida della Task Force terrestre è affidata al Generale di Brigata Giuseppe Bossa, mentre la Task Force marittima è guidata dal Capitano di Fregata Emanuele Morea. Tutta la missione fa capo al Comando Operativo di Vertice Interforze della Difesa, guidato dal Generale di Corpo d’Armata Francesco Paolo Figliuolo.

Per la Dire il Capitano di Fregata della Marina Militare, Mirco Di Niccola; il Colonnello dell’Aeronautica Militare Massimo Gallo; il Maggiore Giuseppe Satta, il Tenente Colonnello Salvatore Toscano dell’Esercito e il Tenente Colonnello Stefano Petroni dell’ Arma dei Carabinieri hanno ripercorso le attività salienti delle loro unità, iniziate ben prima del 20 novembre scorso con il fischio d’inizio. La Marina con i palombari e l’utilizzo del veicolo subacqueo autonomo REMUS; l’Esercito con le unità specialistiche EOD (Explosive Ordnance Disposal), quelle per la difesa CBRN (da minaccia chimica, biologica, radiologica e nucleare) e le unità cinofile contro gli ordigni; e ancora il Counter-Unmanned Aerial Anti-drone System costituito da dispositivi jammer portatili e dal sistema anti-drone stanziale ACUS (AMI Counter UAS) dell’Aeronautica militare.


Infine l’impegno dei Carabinieri per le attività di polizia militare e di consulenza alle forze di sicurezza del Qatar, presenti con un dispositivo composto da 14 unità, tra cui il Provost marshal, figura di diretto supporto del comandante della missione. Lunghe corna a forma di lancia e striature cromatiche contrastanti sono il segno distintivo dell’orice, l’antilope del deserto torrido che è l’animale nazionale del Qatar. È proprio a lui, re di queste terre, che è intitolata la missione interforze in Qatar. Non resta che seguire le ultime sfide.

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