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NAPOLI – Tornano a casa, tornano a Napoli, i Foja e lo faranno con un concerto “celebrativo” il 29 dicembre alla Casa della Musica. Ad essere festeggiato e’ ‘O treno che va, il loro ultimo album che li ha traghettati in lungo e largo per l’Europa. Da Parigi a Liverpool, da Amsterdam a Londra e Bruxelles, da Barcellona a Colonia quel ‘treno’ made in Naples, lungo il tragitto, si e’ lasciato contaminare da musiche e voci solo apparentemente “straniere”.
“Abbiamo sempre creduto nella collaborazione, nello scambio tra artisti e soprattutto tra linguaggi differenti”, ricorda alla Dire Dario Sansone, frontman dei Foja. “Non e’ detto che bisogna fare lo stesso tipo di musica per poter generare qualcosa di nuovo. Anzi a volte proprio dalle diversita’ nascono le cose piu’ inaspettate, piu’ originali”. Il riferimento e’ al nuovo progetto della band partenopea “che punta alla condivisione, allo sharing con altri artisti che, apparentemente, possono sembrare lontani da noi ma semplicemente per una questione di linguaggio e di distanza geografica”. “Abbiamo lanciato da poco due singoli – continua Sansone – uno con la collaborazione di una cantautrice francese, Pauline Croze, dal titolo A qui tu appartiens, uscito per il mercato d’Oltralpe in napoletano e in francese, e un altro Dummeneca (Domingo), brano cantato in napoletano e catalano, realizzato con La Pegatina.
In entrambi i casi la nostra ricerca punta allo scambio e anche alla voglia di far comunicare dei linguaggi antichi tra di loro che hanno delle sonorita’ che vanno tirate fuori”. Ad aiutare i Foja in questo loro percorso “la lingua napoletana e Napoli, citta’ portuale sempre aperta, pronta allo scambio, ad essere colonizzate da altre culture”. Con dodici anni di lavoro alle spalle, tre album, tre raccolte, un numero incalcolabile di esibizioni live e altrettante collaborazioni, i Foja sono una delle band storiche della scena musicale partenopea, degni eredi di quel neapolitan power che ha visto in Pino Daniele il suo apice. Le loro radici, confessa Sansone, affondano ancora piu’ lontano raggiungendo “i primi artisti napoletani che gia’ negli anni ’50 e ’60 del secolo scorso, penso a Peppino Di Capri e Renato Carosone, si lasciarono contaminare da suoni e melodie di oltreoceano”.
Sara’ proprio questo loro modo di essere trasversali nel linguaggio e nella musicalita’, a rendere i Foja una delle band dal pubblico piu’ variegato e trasversale. Un segreto? “Non c’e’ -ammette il frontman – se non la voglia di fare cose nuove e continuare la ricerca e non essere mai appagati di quello che accade. Il fatto di raccontare i giorni nostri di metterci tutta la nostra energia e vitalita’ facendolo con un linguaggio che non dimentica la nostra nobile tradizione culturale, letteraria e anche musicale riesce a fare da collante tra le diverse generazioni”.
A caratterizzare la loro musica e’ anche la contaminazione con altre forme artistiche come il fumetto di animazione e il cinema. Non e’ un caso se nel novembre del 2013 esce Dimane Torna ‘O Sole, loro secondo disco pubblicato, e ‘A Mali’a, il primo singolo estratto, partecipa alla colonna sonora del lungometraggio animato L’arte della felicita’, per la regia di Alessandro Rak. Il brano e’ selezionato nella cinquina finale come Miglior canzone originale ai Nastri d’Argento nell’anno 2014. Nel 2017 irrompono ancora al cinema partecipando alla colonna sonora de La parrucchiera, commedia diretta da Stefano Incerti dove compaiono anche con un cameo live e, nello stesso anno, alla Gatta Cenerentola. In questa occasione Sansone figura anche tra i quattro registi del lungometraggio e nella soundtrack del film A chi appartieni, terzo singolo estratto dall’ultimo album, e’ candidata quale Miglior canzone originale David di Donatello 2018.
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