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Liste d’attesa, ticket e burocrazia: scontento un italiano su tre

I dati del rapporto Cittadinanzattiva

Pubblicato:12-12-2017 10:45
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:59

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ROMA – Poco meno di un terzo dei cittadini italiani lamenta difficolta’, ritardi, eccesso di burocrazia e costi nell’accedere al servizio sanitario pubblico. Le principali problematiche sono quelle delle liste d’attesa e dei ticket ed esenzioni, le prime con un dato stabile al 54,1% e le seconde con un aumento dal 30,5% del 2015 al 37,5% del 2016.

E’ quanto emerge dal XX Rapporto PIT Salute di Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, dal titolo ‘Sanita’ pubblica: prima scelta, ma a caro prezzo‘, presentato oggi a Roma e realizzato con il sostegno non condizionato di IPASVI, FNMOCeO e FOFI.


Per quanto riguarda le liste d’attesa, i cittadini segnalano soprattutto tempi lunghi per accedere alle visite specialistiche, in misura di un valore che passa dal 34,3% del 2015 al 40,3% del 2016. Seguono, con il 28,1% delle segnalazioni (era il 35,3% nel 2015), i lunghi tempi per gli interventi chirurgici; al terzo posto le liste di attesa per gli esami diagnostici (dal 25,5% 2015 al 26,4% del 2016). Inoltre, il 37,4% denuncia i costi elevati e gli aumenti relativi ai ticket per la diagnostica e la specialistica, mentre il 31% esprime disagio rispetto ai casi di mancata esenzione dal ticket (in aumento, rispetto al 24,5% del 2015) Oltre che per i ticket, i cittadini denunciano come insostenibili i costi per farmaci, intramoenia, RSA e protesi ed ausili.

In aumento anche le difficolta’ relative all’assistenza territoriale (dall’11,5% del 2015 al 13,9% del 2016): in particolare, quasi un cittadino su tre (30,5%) segnala problemi con l’assistenza primaria di base, soprattutto per rifiuto prescrizioni da parte del medico (anche per effetto del decreto appropriatezza) e per l’inadeguatezza degli orari dello studio del medico di base. In seconda battuta, il 16,6% ha difficolta’ all’interno delle strutture residenziali come RSA e lungodegenze, a causa dei costi eccessivi della degenza (per quasi due su cinque), della scarsa assistenza medico-infermieristica (meno di uno su tre) e delle lunghe liste di attesa per l’accesso alle strutture (uno su cinque).

Il 15%, continua il rapporto di Cittadinanzattiva, ha problemi con la riabilitazione, in particolare in regime di degenza (45,4%): in due casi su cinque e’ valutato di scarsa qualita’ e in quasi un caso su quattro risulta assente per la carenza di strutture o posti letto. Poco meno del 30% incontra problemi con la riabilitazione a domicilio, che non si riesce ad attivare o che viene sospesa all’improvviso. Inoltre, il 14,3% segnala criticita’ nell’assistenza domiciliare: in un caso su tre non sanno bene come attivare il servizio, a causa della carenza di informazioni o delle difficolta’ burocratiche, o addirittura l’assistenza domiciliare e’ del tutto assente nella loro zona di residenza. Crescono anche i problemi per l’assistenza protesica ed integrativa (dal 7,8 al 12,4%) sia per i tempi di attesa che per l’insufficienza delle forniture che li costringono a sostenere costi privati ulteriori.

IL 34,5% DEGLI ITALIANI DENUNCIA MANCATI RICOVERI

L’8,2% dei cittadini segnala problematiche nell’assistenza ospedaliera (88,2%) e nella mobilita’ sanitaria (11,8%). In riferimento alla prima voce, e’ soprattutto l’area della emergenza urgenza ad essere nel mirino delle lamentele delle persone che segnalano procedure di triage non trasparenti (42,9%) e lunghe attese al Pronto soccorso (40,5%).

Segue il tema dei ricoveri, su cui i cittadini denunciano spesso di vedersi rifiutato il ricovero (34,5%), o che lo stesso e’ avvenuto in un reparto inadeguato (21,4%) e ancora la mancanza di reparti e servizi (7,2%).

In particolare cio’ avviene in oncologia, ortopedia e neurologia. In aumento, rispetto al 2015, le segnalazioni sulle dimissioni: il 58,8% le reputa improprie, il 29,2% ha difficolta’ ad essere preso in carico dal territorio dopo la dimissione, che non risparmiano nemmeno i malati nella fase finale della vita (11,8%).

Sul fronte della mobilita’ sanitaria, quando cioe’ la persona e’ costretta a spostarsi (di regione o all’estero) per avere cure adeguate, il 48,7% denuncia il ritardo nei rimborsi per le spese sostenute, il 30,8% la mancata autorizzazione da parte della Asl di riferimento.

 

TEMPI SEMPRE PIÙ LUNGHI PER RICONOSCIMENTO INVALIDITÀ

Il 13,8% dei cittadini, in crescita rispetto al 2015, segnala disservizi per il riconoscimento che in piu’ della meta’ dei casi risulta estremamente lento. In un caso su quattro l’esito dell’accertamento e’ considerato inadeguato alle condizioni di salute. Troppo lunghi inoltre, per il 15,8% dei cittadini che si rivolge a Cittadinanzattiva, i tempi di erogazione dei benefici economici e delle agevolazioni.

Per quanto riguarda la lentezza dell’iter burocratico, piu’ della meta’ (52,6%) riscontra problemi nella presentazione della domanda; il 18,5% lunghe attese per la convocazione a prima visita (in media 7 mesi); il 14,8% attende troppo per la convocazione alla visita di aggravamento; il 10,4% per la ricezione del verbale definitivo (in media 9 mesi) e per l’erogazione dei benefici economici (12 mesi).

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