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I 50 anni di Focsiv con i volontari del mondo: “Sono l’antidoto contro la paura”

Premiati tre attivisti impegnati per i diritti e la dignità delle persone: Ricardo Rao, Clarisse Zouré e Josefina Domingas

Pubblicato:12-11-2022 23:10
Ultimo aggiornamento:12-11-2022 23:14

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ROMA – “Essere antidoto contro la paura, lottando per i diritti e la dignità delle persone con speranza e ottimismo, nonostante i venti avversi”: questo l’appello e allo stesso tempo l’impegno di Focsiv, rilanciato dalla sua presidente Ivana Borsotto in occasione del cinquantennale della federazione del volontariato. La cerimonia, al via con un seminario a Roma, negli spazi di Industrie fluviali, guarda al domani. “In un mondo”, annota Borsotto, “che cerca equilibrio contro la follia che sta minacciando il futuro dell’umanità”.

FEDERAZIONE DI 94 ORGANISMI ATTIVI IN 80 PAESI

Focsiv è animata oggi da 94 organismi, attivi in 80 Paesi, spesso colpiti da guerre, attraversati da rotte migratorie o alla “periferia” del mondo.
La presidente della federazione sottolinea: “Dobbiamo tracciare una rotta con le nostre navi perché il futuro è un puzzle complicato con cesure sociali e generazionali; è sempre piu’ un labirinto nel quale ci possiamo smarrire e allora dobbiamo migliorare per essere un piccolo grande antidoto contro la paura e, come ci dice il Papa, non limitarci a essere un palliativo ma affrontare le sofferenze nel mondo”.

Rispetto al cinquantennale, Borsotto aggiunge: “Oggi parliamo del futuro e dell’anima di Focsiv, della sua capacità di rafforzare la solidarietà internazionale in modo sempre piu’ incisivo e di essere un granello di senape che produce speranza”.

A RICARDO RAO, CLARISSE ZOURÉ E JOSEFINA DOMINGAS I PREMI PER IL VOLONTARIATO

Ricardo Rao, avvocato, poeta e attivista impegnato nella difesa dei diritti delle comunità native in Brasile, Clarisse Zouré, fondatrice dell’Union des associations des femmes de Garango attiva in 144 villaggi del Burkina Faso, e Josefina José Domingas Capoellaro, cooperante in Tunisia con l’ong Cope originaria del Mozambico: sono loro i vincitori dei premi per il volontariato assegnati dalla federazione cattolica Focsiv.
La cerimonia per il conferimento si è tenuta nei locali delle Industrie fluviali, a Roma. L’occasione è stato anche il cinquantennale di Focsiv, rete di 94 organismi attivi in 80 Paesi del mondo.
Rao, spinto a lasciare il suo Paese nel 2019 a seguito di minacce di morte, è stato insignito del premio difensore dei diritti umani. Zouré, 52 anni, in prima fila nella lotta contro la malnutrizione e per la tutela delle foreste di karité, è invece volontaria del Sud. Premio volontaria internazionale infine a Domingas Capoellaro, 32 anni, una famiglia in Italia, a Treviso, e un impegno in Tunisia con il progetto “Ricomincio da te”.

IL CARDINALE ZUPPI: “L’ITALIA SIA PIU’ APERTA, NON GUARDI SOLO AL PROPRIO PICCOLO GIARDINO

Un appello a rendere l’Italia “una casa un po’ piu’ aperta” e a non diventare “isolazionisti di fatto” riducendo tutto al proprio “piccolo giardino”: a rivolgerlo il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), in un videomessaggio per i 50 anni della federazione del volontariato cattolico Focsiv.
“Continuate a raccontare il mondo” ha detto il porporato, in riferimento alla testimonianza degli operatori di cooperazione. Il suo, in occasioni delle celebrazioni, in corso alle Industrie fluviali, a Roma, è stato un appello a “fare sentire un po’ piu’ a casa chi arriva nel nostro Paese e a rendere il nostro Paese un po’ piu’ aperto”. Il cardinale Zuppi ha continuato, invitando a “non diventare isolazionisti di fatto, che riducono tutto al piccolo giardino”.

MONSIGNOR GALLAGHER: LA CRISI UCRAINA ANDAVA AFFRONTATA PRIMA

Smettere di pensare che i problemi si risolvano da soli e avere allora il coraggio di affrontarli con prontezza, perché non scompariranno e faranno anzi soffrire: questo l’appello di monsignor Paul Richard Gallagher, segretario della Santa Sede per i Rapporti con gli Stati, in riferimento al conflitto armato in Ucraina.
L’occasione delle dichiarazioni è stato un seminario organizzato alle Industrie fluviali, a Roma, per il cinquantennale della federazione cattolica del volontariato Focsiv.
Monsignor Gallagher ha preso spunto da una domanda relativa all’aumento delle aree di crisi nel mondo, “ben 35 negli ultimi anni senza che se ne sia risolta nessuna”, stando a una stima dell’Alto commmissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr) citata dal giornalista Roberto Natale.
“Negli anni c’è stata una tendenza della comunità internazionale a evitare i problemi” ha sottolineato monsignor Gallagher. “Questo è stato evidente nel caso di Russia e Ucraina, che facevano discorsi di interventi che nessuno ascoltava”.
Secondo il segretario vaticano, “l’aumento delle crisi del mondo è il risultato della nostra incapacità da tanti anni, forse dal Dopoguerra, di affrontare i problemi uno alla volta, quando si presentano”. Monsignor Gallagher ha continuato: “Abbiamo preferito pensare che le cose si risolvessero da sole”.
Secondo il segretario della Santa Sede, “a livello multilaterale e internazionale non abbiamo trovato il coraggio di affrontare certi problemi e purtroppo l’esperienza ci dice che questi non spariscono, che vanno visti alle radici e che bisogna trovare il coraggio di affrontarli perché se non lo facciamo ritornano e ci faranno soffrire”.

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