NEWS:

Dal governo Mussolini a Dachau, 28 artisti raccontano “L’ultimo Doge”

Da domani a Palazzo Bonacossi a Ferrara la mostra sulla vita e le imprese dell'industriale e mecenate Vittorio Cini

Pubblicato:12-11-2022 16:22
Ultimo aggiornamento:12-11-2022 16:22

mostra cini
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

FERRARA- Industriale e collezionista. Magnate, commissario generale dell’Ente Esposizione Universale di Roma del 1942 e internato nel campo di Dachau. A Vittorio Cini è dedicata la mostra che domani apre i battenti a Palazzo Bonacossi, a Ferrara. “L’ultimo doge”, organizzata da Il Cigno Arte in collaborazione con Fondazione Ferrara Arte e Servizio Musei d’Arte del Comune, ripercorre la vita e le passioni dell’illustre ferrarese.

DAL SENATO DEL REGNO A DACHAU

Senatore del Regno dal 1934, fu nominato due anni dopo commissario generale dell’Ente Esposizione Universale di Roma, prevista per il 1942. Dopo aver ricoperto per alcuni mesi la carica di ministro delle comunicazioni, nel giugno del 1943 si dissociò dal regime fascista, scelta che gli costò l’internamento nel campo di concentramento di Dachau, dal quale uscì grazie all’intervento del figlio Giorgio. Mecenate e filantropo, Cini collezionò capolavori di grandi maestri del Rinascimento estense.

UNA STORIA RACCONTATA DA 28 ARTISTI

La mostra, attraverso le opere di ventotto artisti, per lo più concepite ad hoc in previsione della collettiva, evoca la vicenda umana e professionale dell’industriale, protagonista della storia e della vita economica, politica, sociale e culturale italiana del Novecento. Numerosi lavori insistono sui luoghi dove visse, a partire da Venezia (abitava cinquecentesco palazzo sul Canal Grande a San Vio, che impreziosì con straordinarie opere d’arte antica collezionate nel corso degli anni), dove promosse il recupero dell’Isola di San Giorgio Maggiore.


FOTO E DOCUMENTI SU CINI COLLEZIONISTA

L’esposizione darà conto, attraverso fotografie storiche e documenti, anche dell’attività collezionistica di Vittorio Cini, definito da Federico Zeri “vero raccoglitore di pittura antica”, e di alcune significative iniziative come il restauro e il progetto di arredo del Castello di Monselice (di cui diventò proprietario nel 1935), la donazione del palazzo di Renata di Francia al Comune di Ferrara (1942) e la creazione dell’Istituto di Cultura “Casa Giorgio Cini” nella residenza di famiglia in via Santo Stefano a Ferrara, donata ai gesuiti nel 1950.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it