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Fermare il virus: nuove chiusure in arrivo, e i banchieri propongono una tassa per chi lavora da casa

L'editoriale del direttore Nico Perrone per DireOggi

Pubblicato:12-11-2020 16:08
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:13

smart working
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ROMA – Già nelle prossime ore scatteranno nuove chiusure in Emilia-Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia. In attesa dei nuovi dati che arriveranno nel fine settimana, e in base ai quali poi si decideranno nuove strette su tutto il territorio nazionale, le tre regioni hanno deciso di correre subito ai ripari con proprie ordinanze.

In particolare, dal 14 novembre e fino al 3 dicembre, non è permesso passeggiare nelle strade e nelle piazze dei centri storici delle città e nelle aree affollate, mentre i ristoranti e i bar possono essere aperti dalle 15 alle 18 solo con una consumazione da seduti. Il sabato i grandi esercizi, gli outlet e i centri commerciali sono chiusi al pubblico. La domenica sono chiusi tutti i negozi ad eccezione di farmacie, edicole e alimentari. Non ci sarà, però, alcun blocco della mobilità tra Comuni.

Lo scopo, hanno spiegato i tre Governatori, è di limitare ulteriormente situazioni a rischio, gli spostamenti e, soprattutto, “gli assembramenti e la concentrazione di persone che si sono visti anche lo scorso fine settimana”.


Intanto infuria la battaglia sulla Campania, che per molti tra poche ore diventerà zona ‘rossa’ visto quello che sta accadendo negli ospedali di Napoli e della regione.

Per quanto riguarda la rivoluzione che l’epidemia ha determinato nel mondo del lavoro ha suscitato scalpore, e se ne sta discutendo, la proposta lanciata dalla tedesca Deutsche Bank di mettere una tassa del 5% sullo stipendi di quanti lavorano da casa (smart working).

“Cosa dobbiamo fare per ricostruire” dopo la catastrofe Covid, questo il titolo del report a firma Luke Templeman, secondo il quale chi sceglierà di lavorare da casa pur potendosi recare in ufficio dovrebbe pagare di tasca sua una tassa pari al 5% dello stipendio giornaliero. Se l’azienda invece non fosse in grado di fornire una postazione di telelavoro, toccherà a lei farsi carico del versamento.

Per la banca tedesca, infatti, “il passaggio improvviso al telelavoro significa che, per la prima volta nella storia, una grossa fetta di persone si è disconessa dal rapporto faccia a faccia con il resto del mondo, ma conduce comunque una vita economica completa. Questo significa che i lavoratori a distanza stanno contribuendo meno alle infrastrutture dell’economia, mentre continuano a riceverne i benefici”. Questa nuova tassa proposta da DB, si legge nella ricerca, non avrebbe grande impatto sulle tasche del telelavoratore perché già risparmia sui costi di abbigliamento, pendolarismo e non è costretto a mangiare fuori.

Secondo i calcoli di Templeman, la proposta potrebbe aiutare a recuperare fino a 15,9 miliardi di euro in Germania e 6,9 miliardi di sterline nel Regno Unito. Con i risparmi si potrebbe aumentare l’assistenza a quanti perdono il lavoro. Questa tassa, si precisa, si applicherebbe solamente in periodi ordinari, non durante pandemie quando sono i governi a chiedere ai lavoratori di restare a casa, e riguarderebbe solamente i lavoratori dipendenti.

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