NEWS:

Lampedusa, il sindaco chiede rimozione imbarcazioni migranti abbandonate

"Il governo nazionale intervenga al più presto", ha dichiarato il sindaco di Lampedusa e Linosa Totò Martello

Pubblicato:12-11-2019 15:43
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:36
Autore:

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

PALERMO – “Il governo nazionale intervenga al più presto e disponga la rimozione delle imbarcazioni abbandonate a Lampedusa, perché con il maltempo di questi giorni e le pessime condizioni del mare si sono trasformate in un pericolo per la comunità, per le infrastrutture e per l’ambiente. Molte di quelle che erano ormeggiate al molo Favaloro sono infatti in balia delle onde all’interno del Porto, rischiando oltretutto di danneggiare le altre imbarcazioni ed i nostri pescherecci”. Lo dice Totò Martello, sindaco di Lampedusa e Linosa.

“Da tempo – aggiunge – chiedo alle istituzioni competenti di intervenire per risolvere il problema legato alle imbarcazioni utilizzate dai migranti che, una volta arrivate a Lampedusa, vengono ormeggiate e di fatto dimenticate. Una situazione di fronte alla quale l’amministrazione comunale ha le mani legate poiché, fino a quando si tratta di barche sotto sequestro, non possono essere rimosse. Poi succede che il tempo passa, i materiali si deteriorano e a volte alcune di queste affondano all’interno del porto: quindi scattano una serie di ulteriori vincoli ambientali che complicano ulteriormente la procedura di rimozione, che a quel punto ha costi molto più elevati che di certo non si può chiedere al Comune di sostenere, e dunque senza l’intervento del Ministero non si può fare nulla”. “Non è ammissibile – conclude Martello – che il nostro Porto, che per l’isola è una infrastruttura fondamentale sotto diversi punti di vista, sia messo a rischio da imbarcazioni abbandonate per colpa delle lungaggini burocratiche o della mancanza di volontà delle istituzioni nel risolvere questa situazione. Il governo faccia qualcosa, prima che si verifichino incidenti gravi”.


Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it