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VIDEO | Nuove droghe, con Asl Rm6 le farmacie diventano luoghi di consultazione

Grazie a progetto nelle scuole. Mostarda: "Si comincia a 10 anni"

Pubblicato:12-11-2019 13:38
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:35

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ROMA – ‘Smart Drugs, no grazie‘ è il progetto della Asl Roma 6 che si focalizza sul contrasto all’utilizzo delle “droghe furbe, uno dei grandi temi legati all’adolescenza”. Sono sempre più ampie, infatti, le fasce di giovani che “utilizzano droghe completamente diverse” da quelle conosciute. “Miscugli di sostanze non direttamente dopanti o eccitanti come integratori, che presi insieme a dosaggi specifici di altre sostanze, tendono a dare la percezione, e chimicamente avviene proprio questo fenomeno, di poter migliorare la propria performance”. A parlarne è Narciso Mostarda, direttore generale dell’Asl Roma 6, che in una intervista dell’agenzia Dire sul progetto ‘Smart drugs: No grazie’, in collaborazione con l’Ordine dei Farmacisti di Roma e del Lazio, aggiunge: “Oggi è molto più semplice entrare in contatto con le nuove sostanze, tanto che si comincia anche a 10 anni”.

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Effettivamente siamo entrati nell’era della società della prestazione, dove è richiesto a tutti gli individui “di essere superperformanti. Così l’adolescente per raggiungere questi livelli di performance tende a ‘doparsi’ in tutti i sensi. Non si tratta- puntualizza Mostarda- di selezioni naturali anzi, sono proprio innaturali e accadono quotidianamente. Quando parliamo di droga poi, una volta facevamo prevalentemente riferimento all’eroina, che oggi non viene quasi più iniettata ma fumata. Il che ha portato all’abbattimento dei costi” e alla facilità “nel reperirla”. Sono tutti elementi che concorrono ad avere un impatto “sull’aggressività dell’assunzione, molto meno devastante rispetto a prima”, continua il direttore generale.

Il progetto ‘Smart drugs: No grazie’

Il progetto ‘Smart drugs: No grazie’ parte proprio da qui ed è arrivato ora alla sua seconda fase. “La prima ha visto la formazione specifica di farmacisti che, nella seconda parte del progetto, andranno a contaminare e a formare altri farmacisti”. In sostanza i farmacisti formati andranno poi ad “informare il mondo della scuola, gli studenti, le studentesse e i docenti. Nella terza fase, invece, misureremo gli esiti- spiega il neuropsichiatra- per cogliere i risvolti di questo percorso e capire cosa migliorare e fare ancora. Di nuovo torna il tema del della prevenzione– sottolinea il direttore generale-delle azioni che rendono protagonisti i cittadini”.


Fortunatamente, rispetto al consumo e abuso di sostanze psicoattive negli Stati Uniti, “siamo un po’ indietro ma purtroppo non proprio indietrissimo. La rete consente un accesso gigantesco a una mole di informazioni più o meno corrette- continua Mostarda- è lo strumento che passa dal telefono cellulare e per la connessione internet. È talmente facile avere informazioni che spesso non sono validate, non sappiamo neanche quali siti cercano, ma di informazioni ce ne sono”.

La centralità delle farmacie nel progetto

Ecco che la vera novità di questo progetto è la centralità data alle farmacie. “Dovrebbero diventare dei luoghi di consultazione aperta dove i giovani possono andare a dire ‘Io non riesco a studiare per tante ore, non riesco a mantenere l’attenzione, mi dicono che ci sono delle sostanze…’. Dobbiamo lavorare sulla loro consapevolezza che non stanno prendendo degli integratori, ma delle sostanze devastanti per il sistema nervoso centrale. Spesso fanno un uso di psicofarmaci, alcol e sostanze molto stimolanti quali le anfetamine e simili alla cocaina. Un miscuglio che passa quasi inosservato- rileva il direttore generale della Asl Roma 6- perché l’aperitivo è un momento di socialità, perché fumare tabacco e cocaina è paradossalmente un altro momento di socialità”.

Un tema molto delicato per chi fa tanto sport. “Sappiamo bene cosa accade in alcuni centri sportivi, dove c’è il culto della performances a tutti i costi. Dobbiamo rendere le farmacie dei presidi presenti e diffusissimi sul nostro territorio- conclude Mostarda- noi speriamo che possano diventare dei luoghi di consultazione. Questo è per noi il risultato ideale”.

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