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Libia, al via la conferenza di Palermo: Salamè chiede il voto entro giugno

L'inviato speciale per la Libia Ghassam Salamè fa sapere che il suo obiettivo è far sì che libere elezioni si tengano in primavera, più precisamente entro i primi di giugno.

Pubblicato:12-11-2018 13:56
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:46

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ROMA – Nel giorno in cui si apre a Palermo la conferenza internazionale sulla Libia, un appuntamento promosso dal governo Conte per stabilizzare il Paese, l’inviato speciale per la Libia Ghassam Salamè fa sapere che il suo obiettivo è far sì che libere elezioni si tengano in primavera, più precisamente entro i primi di giugno.

Giovedì al Consiglio di sicurezza il rappresentante Onu si era già detto pronto a rinunciare alla data del 10 dicembre, frutto del summit di Parigi di maggio scorso. Scopo dell’incontro siciliano, ha chiarito Salamè alla stampa internazionale, è “capire che tipo di elezioni i libici vogliano. Se parlamentari, presidenziali, e con che tipo di legge”.


A tale proposito, l’inviato ha auspicato che i delegati riescano a fare pressioni sulla Camera dei rappresentanti libica, l’organo di Tobruk che non è riuscito a promulgare una legge in questo senso. “E’ importante garantire una rappresentazione più ampia possibile dei libici”, ha detto Salamè.

Intanto stamani, Salamè e il suo braccio destro Stephanie Williams hanno già incontrato il presidente dell’Alto consiglio di Stato libico, Khaled Al-Meshri, per discutere – si legge in un tweet della Missione di supporto in Libia dell’Onu – “i passi da compiere per implementare il piano Onu, incluse le riforme economiche”.

Stessi temi affrontati anche con il ministro degli Esteri del governo di unità nazionale, Mohamed Taher Siala, e l’ambasciatore libico presso l’Unione europea, Hafez Kaddour.

La Libia dal 2011 è preda di violenze tra gruppi armati e insicurezza. Il premier Giuseppe Conte nei giorni scorsi ha tenuto a evidenziare che l’appuntamento, che si terrà oggi a domani a Villa Igiea, “non sarà sulla Libia, ma per la Libia”, e che non intende entrare in competizione con la Francia sul ruolo di alleato-chiave nel Paese nordafricano. L’obiettivo è al contrario rilanciare il processo di pace delle Nazioni Unite, trovare una soluzione alla questione migratoria, e curare gli interessi energetici che la Penisola intesse in Libia.

Fino ad ora però, sono numerose le defezioni “eccellenti” incassate da palazzo Chigi. Saranno assenti tutti i principali leader non africani – Emmanuel Macron, Angela Merkel, Donald Trump, Vladimir Putin e Racep Tayyip Erdogan – sostituiti dai rispettivi viceministri degli Esteri. Non è poi ancora confermata la partecipazione del capo di fatto della Cirenaica, il generale Khalifa Haftar.

Presenti invece i capi di Stato o di governo di vari Paesi africani tra cui Tunisia, Algeria, Marocco, Sudan, Ciad e Niger. Confermata la presenza del presidente egiziano Abdel Fattah Al-Sisi, mentre da Bruxelles sono attesi il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk e l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione, Federica Mogherini.

Degli attori libici siederà al tavolo dei lavori il presidente della Camera dei rappresentanti libica, Aghila Saleh, il presidente dell’Alto Consiglio di Stato libico, Al-Meshri, e il presidente del governo di unità nazionale, Fayez al-Serraj.

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