NEWS:

Fibrillazione atriale e dolore cronico al centro del convegno Snamid di Roma

Cuffari: "Via le barriere culturali, bisogna sollecitare le istituzioni"

Pubblicato:12-11-2016 12:04
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:18

Sanita_medici_dottori
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

snamid_congresso2ROMA – Dal cuore al dolore cronico, i bisogni dei cittadini al centro del congresso nazionale Snamid in corso all’hotel Nh Roma Villa Carpegna (via Pio IV, 6).

La sessione cardiologica, gestita in partnership con cardiologi Anmco, ne è un esempio, con la discussione su come gestire al meglio, secondo Ebm, la fibrillazione atriale e la cardiopatia ischemica, due patologie di grande impatto epidemiologico e clinico.

“Al centro della discussione di oggi- spiega il coordinatore della Segreteria scientifica, Alfredo Cuffari- argomenti centrali di ampia diffusione. Nel caso della fibrillazione atriale, il punto è ottimizzare le cure. Una indagine realizzata a Milano proprio dalla Societa’ nazionale di aggiornamento per il medico di medicina generale ha evidenziato diverse criticità nella diagnosi della malattia ma poi anche nella gestione e nella terapia. Tanti i motivi per cui questo accade, dalle difficoltà di accesso a prescrizione specialistiche a quelle organizzative”.


In quest’ultimo caso, dice Cuffari, “bisogna eliminare le barriere culturali e territoriali che ostacolano la piena applicazione delle Linee guida per avere una definizione di percorsi di cura virtuosi”. Per quanto riguarda la cardiopatia ischemica, un anno dopo un infarto molti pazienti non mantengono una ottimale aderenza alla terapia medica e corretti stili di vita. Anche qui, con i cardiologi, si chiedono percorsi di cura che possano trovare supporto nell’organizzazione territoriale in Aft.

Altro momento topico rivolto ai cittadini è la sessione dedicata al dolore cronico. “Qui i problemi si accentuano- continua Cuffari- Se prendiamo il caso della regione Lazio, vediamo che a sei anni dalla sua approvazione stenta a decollare la legge 38. Ci sono realtà dove è partita ma c’è estrema difficoltà ad attuarla a pieno regime, a causa di difficoltà organizzative e di diversi modi di lavorare”.

Il medico spiega che “nella realtà romana avevamo provato a costruire una rete di assistenza su base volontaristica, ma è un lavoro che non può durare nel tempo perché quando i professionisti operano contando solo sulle proprie forze, tutto diventa complicato, nonostante poi i risultati ci siano stati”. per questo “dobbiamo trovare il modo di sollecitare le istituzioni”. L’aderenza al trattamento è oggetto di particolare attenzione perché si è osservato un “frequente abbandono delle terapie da parte del paziente con dolore cronico con conseguenze, oltre che cliniche e psicosociali (impatto negativo sulla qualità di vita), anche economiche (giornate di lavoro perse, spreco di risorse del Ssn) e oggi la percentuale di aderenza si attesta intorno al 50%”. Particolare rilievo su questo tema è stato dato all’abuso dei fans e all’utilizzo non omogeneo degli oppiacei. Una esperienza Snamid ha evidenziato che “solo il 5% degli arruolati per un progetto territoriale integrato di cura del dolore cronico non oncologico abbia avuto bisogno di un ricorso al centro hub. Organizzare e formare tutte le risorse del territorio- conclude Cuffari- è dunque funzionale al buon lavoro dell’ospedale e quindi del raggiungimento dell’obiettivo ‘Ospedale e territorio senza dolore'”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it