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Arzilli: “Mio padre pagherà, ma sospetto intrigo”

SAN MARINO - "Sulle responsabilità di mio padre non transigo, ne pagherà le conseguenze. Mi sono solo chiesto

Pubblicato:12-11-2015 17:58
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:34

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SAN MARINO – “Sulle responsabilità di mio padre non transigo, ne pagherà le conseguenze. Mi sono solo chiesto perché la mia famiglia deve pagare un prezzo così alto”. Ha un tono serio e preoccupato Marco Arzilli, segretario di Stato travolto dallo scandalo familiare per l’intervista del padre, Giuseppe, a Rai1, mentre si confessa al tavolo di “Carte Scoperte”, trasmissione della televisione pubblica del Titano. Le parole dette dal padre “sono gravi- riconosce- e se ne assumerà la responsabilità, come ha fatto fin ora in maniera ineccepibile”, dice il segretario, alludendo al ritiro dalla carica diplomatica e dall’azienda di famiglia, la gioielleria in cui è stato ripreso mentre spiegava a una giornalista di Rai 1, fintasi cliente, come acquistare diamanti eludendo il fisco. Ma qualcosa non gli torna: “La sensazione- prosegue- è che chi è venuto sapeva cosa fare e come muoversi”. Per avere più certezze, Arzilli ha persino chiesto di visionare le telecamere di sorveglianza del negozio. “Ho qualche idea- azzarda- che ci sia di mezzo una specie di intrigo”.

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Prosegue tutto d’un fiato Arzilli: “Il Paese sta passando un momento molto complesso e molto difficile, la politica non ha imparato niente dal passato. Neanche la politica nuova”. E ancora: “Quando il Paese ha più bisogno- manda a dire a qualcuno- i giochi politici, le smanie di qualcuno, le logiche sulla carta con sigle e numeri dovrebbero passare in secondo piano”. Al contrario, “l’esigenza sembra che sia capire come prima possibile si possa andare al voto o come poter fare nuove alchimie che portano poi allo stesso risultato”. Quindi, se da un lato Arzilli ammette le responsabilità delle parole del padre, d’altra parte “sulle modalità ho qualcosa da dire”, chiosa. “La sensazione- ribadisce- era che l’obiettivo non fosse Arzilli padre, mi è sembrato tutto troppo perfetto, con tempistiche precise”.


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