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Bologna. Rinunciare al People Mover? Per Palazzo d’Accursio costerebbe 18 milioni

E' la cifra fornita in commissione dall'assessore alla Mobilità del Comune di Bologna, Andrea Colombo

Pubblicato:12-11-2015 15:05
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:34

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BOLOGNA – Dire addio al progetto People mover costerebbe come minimo 18 milioni di euro. E’ la cifra fornita oggi in commissione dall’assessore alla Mobilità del Comune di Bologna, Andrea Colombo. Per la precisione, l’assessore si riferisce agli “effetti di un’eventuale scelta unilaterale del Comune di recedere dal contratto, senza che ad oggi ci siano motivi formali ostativi che lo richiedano o lo impongano”.

In merito ad uno scenario del genere, “segnalo che i costi di un eventuale inadempimento da parte del Comune sono previsti da contratto e sono pari al valore dei costi sostenuti dal concessionario al momento dell’eventuale revoca- spiega Colombo- in base alle scritture contabili e, ad oggi, sono inseriti nelle scritture contabili, ci risulta, otto milioni di euro”. In secondo luogo, scatterebbe “un indennizzo a titolo di risarcimento del mancato guadagno pari al 10% del valore dell’opera- continua Colombo- e quindi stiamo parlando di circa 10 milioni”. Si arriva così a quota 18, ma non sarebbe tutto perchè ci sarebbero anche “tutte le penali e gli altri costi sostenuti o da sostenere da parte del concessionario in caso di risoluzione”, continua Colombo, per i contratti già stipulati.

people mover bologna


Infine, “aggiungo anche che c’è il tema del contributo che dovrebbe essere restituito alla Regione”, sottolinea Colombo. Questo è il quadro e “io metto doverosamente sul tavolo per una valutazione di cos’è l’interesse pubblico per l’amministrazione”, dichiara l’assessore. Detto questo, “rivendichiamo di aver lavorato in questi quattro anni, in modo rigoroso e trasparente– continua Colombo- a fronte di contratto già firmato per realizzare l’opera ma bene, con alcuni importanti correttivi e miglioramenti ad esclusiva garanzia dell’interesse pubblico e della città”.

Del resto, nel programma approvato “da tutti i gruppi della maggioranza, quindi Pd, Sel e Cd- ricorda Colombo- il People mover era espressamente inserito tra le opere del mandato“, con l’impegno a verificare “fino in fondo” gli aspetti economico-finanziari, trasportistici ed economici: “Ed è esattamente questo- scandisce Colombo- che abbiamo fatto negli anni che abbiamo alle spalle”. Questo anche con “supporti esterni di carattere specialistico”, precisa Colombo: il Comune su questo ha sostenuto dei costi ma “è stato un buon modo di spendere i soldi pubblici, per verificare fino in fondo che il progetto corrispondesse all’interesse pubblico”.

In particolare, l’assessore ricorda che c’è stata una “revisione dei patti parasociali netta e il cambio di rotta impresso da questa amministrazione è stato radicale”, con il “blocco della quota di Tper all’attuale 25% e senza la possibilità nè l’obbligo di acquisire ulteriori quote in futuro”. E l’impatto ambientale? I 125 piloni previsti per il sostegno della monorotaia “aumenteranno il consumo di suolo in città di ben 250 metri quadri”, manda a dire Colombo con un pizzico di sarcasmo. E ancora: “Il People mover non è in contraddizione con il Sistema ferroviario metropolitano nè dal punto di vista trasportistico nè da quello economico”, perchè “non sono due sistemi comparabili” tra loro. Invece di fare il “tifo ideologico pro o contro un’opera”, per Colombo bisognerebbe guardare “agli aspetti di merito per concludere che gni mezzo di trasporto è adatto ad esigenze diverse”. Il People mover, ad esempio, “non è adatto a svolgere altri ruoli che non ha, come ad esempio- continua l’assessore- connettere una serie di poli attrattori come Tecnopolo, Regione, Fiera, Fico e Caab, i nuovi insediamenti urbanistici previsti a San Donato”.

L’allungamento della monorotaia, in realtà, solo una decina di giorni fa (all’avvio dei cantieri) non era data per esclusa: ieri, poi, il sindaco Virginio Merola ha sparigliato annunciando il ritorno del tram. Per quanto riguarda le risorse, “cerchiamo di dare un quadro onesto della realtà”, dichiara Colombo: “Non c’è un euro del Comune per costruire il People mover”. Impossibile, però, non pensare alle inchieste di Procura e Corte dei conti. “Da parte dell’amministrazione c’è pieno rispetto per il lavoro in corso da parte della magistratura sia penale che contabile e, nello stesso tempo- afferma Colombo- responsabiltà nell’onorare impegni contattuali validi ed efficaci, garantendo con tutti i miglioramenti e i correttivi necessari, con rigore e traspaerenza, l’interesse pubblico. Questa è stata fin dall’iinizio e continua ad essere la nostra posizione”. Infine, Colombo respinge gli attacchi dell’opposizione sui tempi lunghi per la discussione degli odg: “Non c’è stata una programmazione ambigua delle commissioni”, assicura l’assessore. La presidente di Marconi Express, Rita Finzi, si limita ad un intervento strettamente tecnico sui lavori avviati a inizio mese. Si tratta di un “cantiere lineare” di cinque chilometri, spiega Finzi, dall’organizzazione “abbastanza semplice” perchè tutto sarà “preconfezionato fuori” e poi portato sul posto, con “bassissimi livelli di scavo”. Ad oggi (partendo dalla tratta tra aeroporto e Lazzaretto) sono iniziate le attività di topografia, tracciamento e bonifica dagli ordigni bellici. Per intervenire sull’ultimo dei cinque chilometri di tracciato, però, bisognerà attendere Rfi che “ci consegnerà l’area tra circa nove mesi- spiega Finzi- per completare i lavori avviati per lo spostamento di canalette e altri impianti interferenti”.

di Maurizio PapaGiornalista 

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