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Dieci anni senza Pininfarina, il ricordo: “Quando tolse l’alettone alla Ferrari Enzo”

All'Unione industriali di Torino tanti aneddoti sul designer "che sapeva come rendere le auto delle Ferrari"

Pubblicato:12-10-2022 14:37
Ultimo aggiornamento:12-10-2022 14:37

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“Sergio, noi dobbiamo fare delle macchine che anche senza il cavallino davanti, dovunque nel mondo, si deve capire che sono delle Ferrari”. Questo chiedeva Luca Cordero di Montezemolo a Pininfarina nel suo lungo periodo a capo di Ferrari, e il designer sapeva come accontentarlo. Quello del manager e presidente di Italo è uno tra i ricordi rievocati ieri sera su Sergio Pininfarina, designer e imprenditore che ha fatto la storia dell’auto. All’Unione industriali di Torino chi lo conosceva bene ne ha ricordato il genio a 10 anni dalla scomparsa, davanti a un pubblico di oltre cento persone.
A cominciare dal figlio Paolo, oggi presidente della ditta di famiglia, che pubblica un libro con sette discorsi del padre “asciugati come sarebbe piaciuto a lui”.

Il rapporto tra Pininfarina e Ferrari nell’era Montezemolo

Tutti ne hanno ricordato il segno, quella capacità di vedere “i dettagli che fanno la differenza”, come ricorda Montezemolo che lo chiamò subito “per parlare di prodotto” appena divenne presidente Ferrari, nel 1991. Due caratteri forti: “Anche quando non era d’accordo con me teneva il punto”. Non lo fece però la volta in cui proprio Montezemolo gli chiese di togliere l’alettone dalla Ferrari Enzo, la vettura in ricordo del fondatore prodotta in 399 esemplari nel lontano 2002. Il ricordo è dell’allora responsabile del brand Ferrari Antonio Ghini: “Quando venne fatta la Enzo, venimmo a Torino in cinque o sei con Montezemolo a capo della spedizione. Entriamo a Candiano in quest’aula magica, senza pareti, con la luce sulla sagoma coperta dell’automobile, che si indovinava dotata di un largo alettone posteriore”. Sergio Pininfarina era sereno, racconta Ghini, come “una persona che non vuole imporre, ma che sa proporre ciò che lui stesso e i suoi hanno fatto senza mai insistere oltre”.

“Sergio, quell’alettone lì dobbiamo proprio averlo?”

Viene scoperta la macchina: “Davanti perfetta, bellissima, ispirata alla Formula 1” dove la Ferrari a inizio anni 2000 vinceva un campionato dopo l’altro, “ma dietro aveva un alettone gigantesco, veramente smisurato. Un alettone del quale stavano abusando anche molti dei presunti concorrenti di Ferrari”. Dopo la presentazione Ghini, che trovava l’alettone “fuori dalle tendenze del gusto”, vide che anche per Montezemolo c’era qualcosa che non andava: “Guarda la macchina, fa il giro, come fa lui, si tocca i capelli”. Ghini chiese all’allora capo di Ferrari di farlo togliere: “Lui (Montezemolo, ndr) non reagisce, torna indietro, parla ancora un po’ poi dice: ‘Sergio, ma quell’alettone lì dobbiamo proprio averlo?’ Un’auto nata e progettata un alettone del genere, dire no non è facile. E lì Sergio Pininfarina è stato magnifico, e ha detto: noi abbiamo studiato questa macchina, ma di fronte a questa domanda mi impegno a studiare e a far in modo che l’alettone non ci sia”. La Enzo nacque senza alettone e “fu un successo mondiale, ha cambiato le tendenze”. Per Ghini l’episodio fu un esempio della “classe” con cui Pininfarina gestì quella situazione “difficile, visto che si trattava condannare un aspetto tecnico: l’alettone non era lì per bellezza, era lì perché serviva”.


L’amore di Pininfarina per Torino, l’orgoglio torinese di Marsiaj

Sergio Pininfarina era anche molto legato al suo territorio, aveva un “grande amore per il Piemonte e per Torino” come ha sottolineato Montezemolo. Era “un uomo che anche quando andava a Pasadena in California o nei grandi saloni dell’auto teneva sempre al ruolo centrale che il Piemonte e in particolare Torino ricoprivano in quei tempi”. Ma dopo le polemiche per le affermazioni sul declino di Torino fatte dall’ex Ad Ferrari nei giorni scorsi, il presidente dell’Unione industriali di Torino Giorgio Marsiaj nel suo intervento ha ripetuto “per la seconda volta di seguito che Torino non è triste. Anzi, Torino è una città magnifica dove si può vivere e starci bene e dove si può attrarre capitali, così come avete fatto voi”, ha detto rivolto alla platea, dove tra gli altri erano seduti l’ex candidato sindaco di centrodestra Paolo Damilano e la manager dello sport Evelina Christillin.

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