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Le scarpe di Ilary, il trasloco di Totti a Roma Nord: una storia trasformata in storiaccia

La love story tra Totti e Ilary scarnificata tra colpi bassissimi e frattaglie che i due, più o meno coscienziosamente, lanciano alla folla

Pubblicato:12-10-2022 13:50
Ultimo aggiornamento:12-10-2022 18:10

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ROMA – Le favole una volta prevedevano al massimo una scarpetta di cristallo, no logo. Lo scoccare della mezzanotte dalla torre dell’orologio, mica un Rolex. Nemmeno la fantasia più cinica si sarebbe immaginata la scarnificazione della love story Capitale tra Totti e Ilary, marito di cognome e una moglie di nome.

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Le cento scarpe firmate, dopo i Rolex e le borse griffate, una Smart. Il Re di Roma e la principessa hanno fatto una brutta fine, di lieto non c’è niente. Dall’intervista al Corriere della Sera di Totti viene giù, brandello dopo brandello, l’architettura d’un matrimonio popolare. A colpi per lo più bassissimi. Con la stampa alle calcagna, la tv deteriore a farne polpette, i tapiri incassati con imbarazzo, gli editoriali di contorno con l’alibi incorporato: tocca occuparcene perché questa saga “parla di noi”.


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Noi che – infami – ci godiamo le rovine della fiaba, tifosi della strega o dell’orco, lo squallore, e la miseria umana d’una vicenda introdotta al pubblico dominio col tormentone dei “figli da proteggere“. Le povere creature di mamma e papà, occupati a non traumatizzarli mentre delano sulla parrucchiera e il personal trainer. Una desolazione senza scampo. La traiettoria punta dritta al Grande Fratello Vip.

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Maria Laura Rodotà sulla Stampa scrive che “questa rottura tra semidei pop ci aiuta a capire tante cose del nostro mondo, e pure della teoria del consumo vistoso, proposta da Thorstein Veblen, diffusa su Instagram”. E ancora: “Ci avevamo creduto. Insistevamo a pensarli diversi, quasi disneyani, lui buono, lei simpatica, i figli carucci al netto dei nomi. Fuori dalla bolgia dei calciatori e delle ragazze con visibilità, che si lasciano di continuo, che confondiamo sempre”.

In prima pagina sul Corriere della Sera Massimo Gramellini firma un appello al cessate il fuoco, osando la metafora bellica: “Basta, fermatevi. Al punto in cui sono arrivate le cose è persino stucchevole stabilire se l’operazione militare speciale che indusse Ilary a invadere la cassetta di sicurezza dei Rolex vada considerata un attacco preventivo o non piuttosto una rappresaglia per il golpe compiuto ai danni della sua cabina-armadio”.

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Ancora stamattina i giornali riempiono le sezioni locali con la transumanza del Pupone, fin su a Roma Nord. Gli inviati embedded tra le strade di Vigna Clara, altro quadrante della città, piazza Stefano Jacini, all’ultimo piano di un comprensorio con piscina e campi da tennis, dopo una vita passata tra Porta Metronia, l’Eur e il Torrino. A dar voce all’orgoglio dei romanisti locali: “Non è vero che siamo tutti laziali qui“.

Noemi Bocchi è residente in via Cortina d’Ampezzo. È un amore di prossimità che strappa la cartina geografica dei colori capitali. Formello incombe a pochi chilometri. L’arrivo di Totti è tipo il Grande Inverno di Game of Thrones. Il divorzio muove un’economia specifica, ormai. L’indotto della crisi si regge sulle frattaglie che i due, più o meno coscienziosamente, lanciano alla folla. In attesa del processo che verrà, in tribunale come in tv, a spartire i resti. Non solo tra i due “semidei pop”. Tutti porteranno via un souvenir da questa storia d’amore auto-profanata: la storiaccia tira decisamente di più.

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