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Caso Massaro, centri antiviolenza: “Basta violenza istituzionale”

Il Tribunale dei Minorenni di Romaha emesso un decreti nei confronti del figlio minore di Laura Massaro con il quale si decide di sottrarre forzosamente il piccolo alla madre per portarlo al padre di cui ha paura e che non frequenta da oltre sei anni

Pubblicato:12-10-2019 13:17
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:49
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ROMA – “I Centri Antiviolenza, le associazioni e organizzazioni che si sono unite e hanno lottato contro il Ddl Pillon si oppongono al decreto emesso ieri in data 11 ottobre 2019 dal Tribunale dei Minorenni di Roma nei confronti del figlio minore di Laura Massaro con il quale si decide di sottrarre forzosamente il piccolo alla madre per portarlo al padre di cui ha paura e che non frequenta da oltre sei anni. Inoltre il decreto dà alla madre la possibilità di vederlo solo ogni 15 giorni”. E’ quanto si legge in una nota. “Ancora una volta la cosiddetta Pas (sindrome da alienazione parentale, non riconosciuta dalla comunità scientifica e giudicata senza fondamento da una sentenza della Cassazione) viene utilizzata- osservano le associazioni- contro una donna e suo figlio nei tribunali italiani. Consideriamo questo decreto l’espressione massima di violenza istituzionale perché fortemente e sicuramente lesivo della salute psico-fisica di Laura e soprattutto di suo figlio. Ci opporremo con tutte noi stesse a questa decisione che riteniamo impossibile da applicare. Saremo presenti con i nostri corpi e raccoglieremo attorno a noi tutte e tutti coloro che pensano sia arrivato il momento di una riflessione e di azioni che portino a un cambiamento culturale radicale in cui le persone tornino al centro dell’attenzione e della cura delle istituzioni e di tutta la società. Abbiamo pensato sino all’ultimo che il Tribunale trovasse una soluzione che tenesse presenti la violenza subita da Laura e l’esposizione del bambino alla violenza assistita. Così non è stato. Ci appelliamo alla presidente del Tribunale dei Minorenni dott.sa Montaldi- conclude la nota- affinché intervenga per non far vivere al bambino questa decisione che sarebbe per il piccolo, affetto anche da una patologia grave, una violenza e quindi un trauma per decisione del Tribunale che presiede. Non ci fermeremo e saremo presenti per monitorare la situazione e perché non abbia la fine tragica che è stata già decretata”.

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