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Trasporti, ecco le donne: il gentil sesso entra nell’industria petrolifera

Grazie alle donne, il settore può evidenziare il valore commerciale che apporta un diverso modo di pensare e concepire l’azienda.

Pubblicato:12-10-2017 12:43
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:46

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ROMA – Le donne possono raggiungere tutti gli obiettivi, senza limiti e condizionamenti, anche in un settore prettamente ‘maschile’ come quello dell’industria petrolifera. Le migliori esperienze in questo campo sono state riconosciute e salutate durante ‘Le donne nello sviluppo dell’industria petrolifera’, seminario organizzato da Elisabetta Angela Camaggi all’interno della due giorni ‘Oil & Non Oil’ in corso a Roma.

Molte le esperienze presentate: Marina Barbanti (UP), Cristina Basellini (LabPetroli), Rita Caroselli (Federchimica-Assogasliquidi), Rosaria Labisi (LabPetroli), Lidia Vincenzi (Assopetroli-Assoenergia). Lidia Vincenzi di Assopetroli, paradossalmente, riconosce “una grande apertura che ho trovato in questo modo, capace di riconoscere il vero valore della persona, a prescindere dal sesso”.

Grazie alle donne, il settore può evidenziare il valore commerciale che apporta un diverso modo di pensare e concepire l’azienda

Oggi ci sono molti più esempi rispetto a qualche anno fa: Michela Cattaruzza, amministratore delegato di Ocean; Vicki Hollub, ceo di Occidental e Maria das Graças Silva Foster, ad di Petrobas. Anche in Italia abbiamo esempi validi, come Rosaria Labisi di titolare LabPetroli: “Una volta laureata- racconta- avevo il grande problema che accomuna tutti: trovare lavoro. Decisi di rimanere nella mia terra, la Sicilia, arida anche dal punto di vista delle offerte lavorative. Mi sono inserita in un settore prettamente maschile come quello dell’industria petrolifera e nel giro di poco tempo sono riuscita ad avere un buon portafoglio di clienti”. Lunga la lotta con gli istituti bancari per accedere al credito, “poi hanno avuto una visione più positiva e oggi vogliamo crescere ulteriormente in nuovi canali distributivi riducendo i costi”.


Un’azienda nata nel 2013 per pura passione e grazie al coraggio imprenditoriale di una ragazza di soli trent’anni: la LabPetroli

La ‘madre’ dell’azienda dice: “Ho deciso di fondare la mia società di commercializzazione all’ingrosso nel 2013- racconta- ma sono entrata in questo mondo già una decina di anni fa. Dopo alcune difficoltà iniziali, oggi sono stata rivalutata. Il mio punto di partenza è la passione, il mio impegno si concentra sul far conoscere la mia società in campo nazionale”. Tutto questo senza avere le tradizionali ‘scorciatoie’, tipiche di chi ricopre ruoli apicali in grandi aziende, ovvero l’eredità familiare. “Vengo da una famiglia umile- prosegue Labisi- e la mia difficoltà iniziale era anche questa: non avevo nessuno della famiglia già imprenditore nel campo petrolifero, ma questo questo non mi ha fermato, anzi mi ha stimolato”. In futuro LabPetroli vuole rivolgersi “a nuove mete, obiettivi e traguardi”. Su tutti l’internazionalizzazione e la creazione di un range lab a Dubai.

di Federico Sorrentino

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