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Mafie, il processo Aemilia e l’azienda svenduta al prezzo di un caffè

Non era un'azienda in salute, ma la cosca la voleva a tutti i costi, "con le buone o con le cattive"

Pubblicato:12-10-2016 17:32
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:10

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giustizia tribunaleREGGIO EMILIA – Un’azienda svenduta al prezzo di un caffè. Non era una società in salute la “Naturalmente srl“, che a Campagnola Emilia gestiva un parco adibito a location per matrimoni. Era infatti indebitata con le banche, che vantavano crediti per 35.000-40.000 euro. Ma la cosca la voleva lo stesso a tutti i costi, “o con le buone, o con le cattive”. E’ iniziato così l’incubo dell’imprenditore reggiano Pietro Ferrari che, dopo mesi di minacce e pressioni quotidiane, ha ceduto nel 2009 la proprietà delle sue quote, il 95% della “Naturalmente” del valore di 9500 euro circa, per un simbolico euro. Il prezzo di un caffè che, tra l’altro, non gli è nemmeno mai stato pagato. A raccontarlo lo stesso imprenditore sentito oggi come testimone nell’udienza del processo Aemilia contro la ‘ndrangheta, in corso nel tribunale reggiano.

Ferrari ha puntato il dito contro i suoi aguzzini: Antonio Valerio, considerato il braccio destro del capo bastone locale a Reggio, Nicolino Sarcone, e Roberto Turrà. “L’azienda- diceva Valerio- deve essere mia o di nessun altro” mentre Turrà, come denunciò Ferrari in due occasioni ai Carabinieri di Reggio, era ancora più esplicito. Se l’imprenditore non avesse obbedito “il campo lo concimiamo non con il sangue di bue, ma con un altro tipo di sangue“, è una delle frasi messe a verbale. E poi c’erano le visite continue, a casa e sul posto di lavoro, che i due affiliati alla ‘ndrangheta sostenevano fosse “cosa loro”.

“Non si viveva più- racconta l’imprenditore- venivano tutti i giorni, durante i matrimoni, le quote le ho dovute cedere. E neanche l’euro mi hanno dato”. Ai lavori dell’aula era presente con la fascia Tricolore anche il sindaco di Castelnovo Monti Enrico Bini, che proprio nei giorni scorsi ha auspicato una maggiore presenza in aula degli amministratori pubblici per sostenere i testimoni che denunciano.


di Mattia Caiulo, giornalista professionista

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