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ROMA – “O si fa finta di non vedere oppure, come si fa in Campania, si decide di affrontare le sfide a viso aperto, anche le più pesanti e difficili”. Lo ha detto il governatore campano, Vincenzo De Luca, commentando il nuovo piano di evacuazione per l’emergenza Vesuvio messo a punto dalla Regione con il supporto dell’Acam e condiviso con il dipartimento di Protezione Civile e i gestori delle reti infrastrutturali.
Il programma, presentato stamattina a palazzo Santa Lucia dal presidente della giunta e del capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, coinvolge 25 Comuni della provincia di Napoli, compresa la zona Est del capoluogo, e 672mila cittadini residenti nella zona Rossa che saranno trasferiti in 19 Regioni del Nord, Centro e Sud Italia.
Sono previsti quattro livelli di allerta: base, ovvero la condizione attuale, attenzione, preallarme e allarme. Solo in quest’ultima fase, la popolazione sarà obbligata a lasciare la zona rossa entro 72 ore.
“Il piano- ha spiegato De Luca- prevede anche l’impiego di 500 pullman e 220 treni, si tratta di un progetto di mobilità organizzata e ordinata che siamo in grado di reggere”.
Il governatore ha assicurato che il completamento del piano “avverrà alla fine di ottobre, quando tutti i 25 Comuni coinvolti avranno presentato i propri piani di Protezione Civile. Abbiamo- ha aggiunto- alcune soglie da rispettare: il primo spostamento, a carico dei Comuni, avverrà nelle zone cosiddette di attesa, cioè aree individuate per il primissimo spostamento. Dalle zone di attesa prevediamo di spostare i cittadini nelle zone di incontro, quelle gestite dalla Regione che poi si fa carico di spostare i cittadini nelle Regioni gemellate. Nei prossimi mesi, lavoreremo anche per completare la rete infrastrutturale e viaria a supporto del piano di evacuazione”.
Per De Luca, il progetto potrà “funzionare solo se i Comuni svolgeranno uno straordinario lavoro informativo, a partire dalle scuole, dove dovranno essere divulgati opuscoli e depliant informativi. Ma ci tengo a precisare- ha concluso De Luca- che non ci sono emergenze alle porte, non bisogna creare allarmismi ma lavorare in maniera ordinata e organizzata per essere pronti ad affrontare qualunque emergenza. Anche dopo l’esperienza del sisma in Centro Italia veniamo richiamati all’obbligo di prevedere e prepararci alle emergenze”.
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