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Referendum, Onida: “Il ricorso perchè il quesito è troppo eterogeneo”

Il Presidente emerito della Corte Costituzionale ai microfoni di Radio Cusano Campus

Pubblicato:12-10-2016 11:03
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:10

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valerio_onida_1ROMA – “Il quesito referendario è troppo eterogeneo e pretende di avere una risposta univoca, un sì o un no, su un complesso di cambiamenti della Costituzione, fra di loro non connessi. Il problema è stato sollevato da tempo, ma fino ad ora mai risolto. Questi ricorsi tendono a sperimentare la possibilità che sia la Consulta ad intervenire su questo tema”. Lo dice il professor Valerio Onida, Presidente emerito della Corte Costituzionale, ai microfoni di Radio Cusano Campus, la radio dell’Università Niccolò Cusano.

“La Corte Costituzionale nel lontano 1978, in una sentenza celebre in materia di referendum- prosegue-, disse che tra i requisiti indispensabili per un referendum c’è quello delle omogeneità del quesito. Non si può pretendere di chiedere una risposta unica su un complesso eterogeneo di oggetti.

In quel caso si trattava di referendum abrogativo e la sentenza della Consulta disse che il quesito doveva essere dichiarato inammissibile oppure bisognava procedere alla sua scissione.


Costringere l’elettore a dare una risposta unica su un complesso di argomenti eterogenei compromette la libertà di voto dell’elettore, che si fonda sulla chiarezza e precisione del quesito. In questo modo si trasforma il referendum in un plebiscito su un programma politico dei gruppi che hanno voluto una certa impostazione”.

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