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Sos epidemia Xylella, il batterio avanza inesorabile: migliaia di ulivi a rischio abbattimento

Boscia (Cnr): "Senza terapia serve piano di contenimento dell'epidemia"

Pubblicato:12-10-2015 15:33
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:38

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ROMA – “In mancanza di una terapia per risanare la pianta, il piano di abbattimento, mirato non all’eradicazione ma ad impedire l’ulteriore espansione dell’epidemia, ha una sua logica. E’ infatti per tale motivo che l’obbligo di abbattimento non riguarda la maggior parte del leccese, ma solo il perimetro settentrionale dell’area infetta”. Con queste parole il responsabile dell’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante della sede di Bari del Cnr, Donato Boscia, commenta con l’agenzia DIRE il primo giorno di esecuzione del nuovo piano anti-emergenza del commissario straordinario Giuseppe Silletti, che prevede un sistema di indennizzi per privati e aziende che si occuperanno della rimozione, in autonomia, delle piante infette dal batterio ‘Xylella fastidiosa’.

xylella

Il piano ha come obiettivo l’attuazione delle misure obbligatorie, stabilite dall’Unione europea e adottate dall’Italia, per combattere il batterio, apparso da alcuni anni in Salento, che sta provocando progressivamente il disseccamento di migliaia di piante. “La dimensione dell’epidemia non è statica, ma continua ad evolvere. Da luglio, oltre alla zona già considerata infetta, nelle province di Lecce e nel focolaio di Oria, si è riscontrato il batterio anche nella parte adriatica della fascia cuscinetto della provincia di Brindisi, nella zona confinante con quella di Lecce appunto”, spiega Boscia, che sottolinea come non si possano però dare dati certi sul numero di ulivi colpiti dal batterio. “I focolai sono tanti e si stanno allargando a vista d’occhio- prosegue- l’intera provincia di Lecce conta in totale la presenza di 10-11 milioni di alberi, la cui maggioranza si può dire ancora sana, ma la tendenza del numero delle piante infette è in aumento”.


Per quanto riguarda la zona investita dal cosiddetto ‘piano Silletti 2’, “il numero di piante intercettate come infette, nelle aree che ricadono nella normativa comunitaria e ministeriale nella parte nord della provincia di Lecce, è in aumento quotidianamente- spiega ancora alla DIRE il responsabile dell’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante della sede di Bari del Cnr, Donato Boscia- stiamo parlando di circa 3.000 esemplari, per i quali gli abbattimenti sono richiesti non con la pretesa di voler eradicare il batterio, ma per bloccare l’espansione dell’epidemia, perché ormai la scomparsa del batterio dalla penisola salentina è un’utopia”. I danni provocati dalla comparsa e proliferazione della Xylella in Salento hanno influenzano la produzione olivicola e le possibilità di commercio delle piante da parte delle aziende vivaistiche. “E’ importante ricordare che il danno provocato da questo batterio è esclusivamente di tipo meccanico- ribadisce Boscia- la Xylella dissecca le piante e ne impedisce la fruttificazione, ma non produce tossine o altri metaboliti che alterano la qualità dei prodotti. Per questo ricordiamo che il divieto investe la movimentazione delle piante di alcune specie, ma non vieta la commercializzazione di alcun prodotto (frutti o loro derivati)”. Insomma, nessun problema per olive e olio.

Le problematiche relative alla presenza del batterio Xylella fastidiosa in Salento non sono legate esclusivamente alle coltivazioni di ulivi. L’allegato 1 della Decisione Ue da cui è scaturito il piano di abbattimento elenca infatti circa 180 specie ritenute a rischio, applicando un principio di massima precauzione. Tra queste anche le piante di agrumi e di vite, ma “non c’è nessuna evidenza di suscettibilità di queste specie”, sottolinea il responsabile dell’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante della sede di Bari del Cnr, Donato Boscia, che alla DIRE spiega che “per quanto riguarda la vite, circa un anno fa abbiamo effettuato delle infezioni artificiali, ma il batterio non ha attecchito. Noi quindi consideriamo la vite immune al ceppo di Xylella presente in Salento”. Nonostante questo, il piano comunitario vieta la commercializzazione e la movimentazione da parte dei vivai di tutte le specie indicate nella lista per evitare che il batterio possa essere ‘trasportato’ da piante portatrici sane. Diversa la situazione per l’impianto di nuovi esemplari. L’allegato 2 della stessa Decisione, infatti, indica solo le 18 specie identificate come suscettibili al ceppo locale del batterio. Di esse, che comprendono oltre l’ulivo anche ciliegio e mandorlo, attualmente è vietato l’impianto in tutta la provincia. “In Salento le coltivazioni di ciliegio sono rare, ma tra i ciliegi monitorati sono state ritrovate piante infette, ma con sintomatologia tollerabile– spiega infine Boscia- per quanto riguarda il mandorlo, invece, nelle zone in cui gli ulivi sono infetti, pochissimi mandorli presentano il batterio”.

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