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Vertice in Prefettura, delibera della Regione per risolvere l’emergenza abitativa

La decisione presa e' che lo strumento che verrà utilizzato per affrontare la questione sarà la delibera regionale del gennaio 2014

Pubblicato:12-10-2015 15:16
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:38

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ROMA – Dopo oltre un anno e mezzo di stallo, tensioni e qualche sgombero, il lungo percorso che aspetta Roma per risolvere l’annosa questione dell’emergenza alloggiativa sembra avere trovato la strada giusta. Questa mattina il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, ha riunito attorno a un tavolo i movimenti per il diritto all’Abitare (rappresentati anche da Paolo Di Vetta e Luca Fagiano), gli assessori competenti di Regione e Roma Capitale, rispettivamente Fabio Refrigeri e Francesca Danese, e il vicecapo di Gabinetto del sindaco di Roma, Rossella Matarazzo.

La decisione presa e’ che lo strumento che verrà utilizzato per affrontare la questione sarà la delibera regionale del gennaio 2014 (l’unico vero messo in campo da tanti anni a questa parte dalle varie amministrazioni che si sono succedute) sull’emergenza abitativa nel Lazio, che tra l’altro contiene al suo interno un ‘programma straordinario per Roma Capitale’. In quel testo non solo ci sono risorse (circa 200 milioni di fondi ex Gescal) ma anche linee di attuazione, tra le quali l’individuazione delle categorie destinatarie (coloro che hanno totalizzato 10 punti nella richiesta di una casa popolare, gli abitanti dei residence e quelli delle occupazioni) e ‘compiti’ che i vari Comuni dovranno svolgere (o meglio avrebbero dovuto già svolgere), tra cui il censimento di chi abita nelle occupazioni. “Questo incontro ha avuto un risultato positivo, c’è la scelta da parte della prefettura di fare un percorso di confronto con i Movimenti e di non governare questa città sul piano dell’ordine pubblico- ha detto Paolo Di Vetta subito dopo la fine dell’incontro- Il prefetto ha proposto un tavolo tecnico basato sulla delibera regionale approvata a gennaio 2014, questo significa che si aprirà un confronto con le occupazioni che hanno problematiche superiori ad altre, in base alle pressioni della proprietà o la pericolosità dello stabile, e quindi devono essere affrontate subito con una proposta alloggiativa, e non di residence, legata alla delibera regionale, che prevede una casa per chi vive per necessità in un occupazione”. Insomma, “è stato assunto fino in fondo il profilo della delibera regionale anche dalla Prefettura. C’è un impegno del prefetto a non utilizzare la forza contro le occupazioni fino a quando non sarà trovata una soluzione. Non si accetterà di perdere tempo attorno alle proposte che verrano fatte. Per noi questa è una grande vittoria”, aggiunge Di Vetta.

Nel corso del tavolo la “Regione ha presentato un pacchetto di 275 alloggi che entro la fine dell’anno dovrebbero scaturire dalla manifestazione di interesse che c’è stata da parte dei costruttori (rispetto a un bando lanciato dall’Ater in estate, ndr), che mettono in vendita i propri alloggi invenduti all’amministrazione regionale. Inoltre, un altro migliaio di alloggi scaturirà dal risanamento di stabili di proprietà regionale. E poi c’è la disponibilità di nove alloggi del Comune che vengono messi dentro questa trattativa che saranno destinati a dare una risposta a chi e’ in emergenza”. Il grande ostacolo che ha rallentato l’attuazione della delibera e’ stato il censimento degli occupanti, reso ancora più difficoltoso dall’entrata in vigore del piano Casa che li praticamente messi fuorilegge, tanto che ad alcuni di loro sono state tolte le residenze: “Si è affrontato questo tema partendo dalla questione della residenza. Siccome veniva utilizzata come scoglio la residenza delle persone dentro le occupazioni, noi abbiamo detto che questo strumento non si può usare in quanto c’è anche la legge Lupi che ha prodotto la cancellazione di residenze di persone che vivevano dentro le occupazioni da tempo- ha risposto Di Vetta- Si è deciso che sul tavolo tecnico si affronterà la questione sorpassando la questione della residenza ma definendo una norma tecnica di censimento di chi vive dentro le occupazioni, nell’ambito di un impegno di serietà tra Movimenti e le istituzioni”. Sui tempi “il prefetto vuole realizzare un cronoprograma che sarà discusso nel prossimo tavolo tecnico, perché si è reso conto che ci sono tempi che variano: ad esempio gli alloggi regionali reperiti sul mercato dell’invenduto arriveranno entro l’anno mentre il piano di recupero e’ quadriennale. In occasione del tavolo si avrà una maggior edefinizione del percorso che intende seguire il prefetto”. Intanto il clima di tensione sembra essersi allentato: “Manteniamo le iniziative per produrre la pressione necessaria ma riteniamo che la convocazione di questo tavolo abbia dato un po’ di respiro- ha concluso Di Vetta- Dentro le occupazioni adesso si potrà ragionare del futuro e non solo di un presente di tensione e di paura”.


di Marco Tribuzi

Giornalista professionista

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