sabato 15 Novembre 2025

Antisemitismo e derive discriminatorie nella nostra società, il convegno all’università Lumsa

Incontro “Il cinema racconta la storia. 1945: il tempo della libertà” in occasione dell’80° anniversario della Liberazione e in vista dell’apertura dell’Anno Accademico

ROMA – Si è svolto all’Università LUMSA l’incontro “Il cinema racconta la storia. 1945: il tempo della libertà” organizzato dal dipartimento GEPLI dell’Ateneo su impulso del Corso di Laurea di Scienze politiche e studi internazionali, in occasione dell’80° anniversario della Liberazione e in vista dell’apertura dell’Anno Accademico 2025-2026, per sottolineare i rischi di attitudini discriminatorie, che a distanza di generazioni possono riproporsi nel vivere quotidiano anche oggi, una fase storica caratterizzata da forti tensioni internazionali. “Il cinema racconta la storia. 1945: il tempo della libertà” ha voluto portare i partecipanti a riflettere su come il cinema racconta la storia rappresentando il proprio tempo, proponendo il tema della libertà e della responsabilità personale, dialogando attorno alla proiezione del docufilm “Liliana”, la storia di Liliana Segre, che a 13 anni visse il dramma della deportazione ad Auschwitz insieme al padre. Sopravvissuta alla barbarie dell’Olocausto e tornata in Italia ha dedicato a sua esistenza a sensibilizzare i giovani contro indifferenza e razzismo. Il Presidente Mattarella l’ha nominata senatrice a vita nel 2018 e l’Università LUMSA nel 2020 le ha conferito la laurea honoris causa in Relazioni internazionali per il suo impegno civile e sociale.

BONINI: BONINI: DOBBIAMO SEMPRE AVERE CHIARE LE RAGIONI DELLA DIGNITÀ DELLE PERSONE, DELLA LIBERTÀ E DELLA DEMOCRAZIA

Ha aperto i lavori il professor Francesco Bonini, rettore dell’Università Lumsa: “Dopo il 1945, tutti hanno pensato di riportare la parola guerra nei sotterranei della storia. Per evitare che questa parola non torni, bisogna investire nel rapporto tra cultura e istituzioni. E’ importante proiettare questo film perché in alcuni momenti importanti di passaggio e di crisi, noi dobbiamo sempre avere chiare le ragioni della dignità delle persone, della libertà e della democrazia. Senza queste consapevolezze la democrazia si corrompe”. Subito dopo il tema dell’iniziativa è stato inquadrato storicamente dall’intervento del prof. Andrea Ciampani (ordinario di Storia contemporanea Università LUMSA) e spiegato dal versante cinematografico dai contributi della prof.ssa Paola Dalla Torre (associata di Cinema, fotografia, radio, televisione e media digitali Università LUMSA). Poi ha preso la parola Andrea Occhipinti, fondatore e presidente della Lucky Red. “Il cinema ha un ruolo fondamentale e importantissimo per veicolare messaggi. Ogni anno, in occasione della Giornata della Memoria, facciamo un film dedicato a questo argomento. È molto importante far capire cosa è successo e come stanno esattamente le cose. E provo dolore se penso che una persona come Liliana Segre, che ha vissuto il dramma della persecuzione e che ha avuto la famiglia sterminata, possa essere accusata di quanto sta avvenendo a Gaza. Come se lei aderisse al pensiero del Governo israeliano” ha detto il produttore e distributore cinematografico rispondendo alle domande dei numerosissimi studenti assiepati nella sala Giubileo dell’Ateneo in attesa di assistere al film.

GABBAI: “DAVANTI AL MIO STUDIO: UNA SVASTICA EQUIPARATA ALLA STELLA DI DAVIDE”

Dopo la proiezione il regista del docufilm Ruggero Gabbai ha raccontato agli studenti alcune fasi della lavorazione di “Liliana”, ricordando un brutto episodio di cui è stato protagonista recentemente: “L’altro giorno, magari qualcuno l’ha letto sui giornali, sono stato attaccato con dei graffiti realizzati davanti al mio studio: una svastica equiparata alla stella di Davide. Questo perché sono legato a questo film. Certamente non ci siamo fatti intimidire, perché ci rassicura sapere che lo Stato c’è, le forze dell’ordine hanno preso la mia denuncia e stanno cercando i colpevoli. Perché dalla parola si passa al graffito e dal graffito si passa alla violenza personale. Questo noi non possiamo permetterlo e non abbasseremo la guardia”. Successivamente Domenico Cerbone, direttore dell’Ufficio Comunicazione Istituzionale della Polizia di Stato, ha voluto condividere con i tantissimi studenti presenti, l’impegno silenzioso e rischioso di funzionari e agenti dell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza durante il periodo dell’occupazione nazifascista in Italia, caratterizzato da un altissimo senso civico e delle Istituzioni. Il dirigente superiore della Polizia di Stato è infatti coautore di due libri della collana “Fecero la scelta giusta”, prodotti e realizzati nell’ambito del progetto Memoria attraverso il contributo di noti storici e l’analisi di inedite fonti storiche del Ministero dell’Interno: “Fecero la scelta giusta – I poliziotti italiani che si opposero al nazifascismo” e l’altro “Fecero la scelta giusta – I poliziotti italiani che soccorsero gli ebrei”, entrambi pubblicati nel 2025.

PIFFERI: “LA FINALITÀ DELLA PROPAGANDA ESTREMISTA È LA DISUMANIZZAZIONE”

Le conclusioni sono state affidate a Lucio Pifferi, dirigente generale di Pubblica Sicurezza e direttore centrale della Polizia di Prevenzione: “Noi tutti i giorni ci scontriamo e ci misuriamo con la propaganda che è lo strumento di base della diffusione del radicalismo e di istigazione verso pratiche violente o di odio. La finalità della propaganda estremista è la disumanizzazione dei soggetti verso cui si rivolge per favorire pratiche di violenza nei loro confronti da parte di soggetti che non si rendono più conto di agire fisicamente contro delle persone, ma agiscono poi contro dei simboli. La trasformazione, la disumanizzazione delle persone, è una delle finalità e degli scopi della costruzione delle pratiche di propaganda. Lo vediamo tutti i giorni con l’uso di strumenti sempre più moderni, veloci, aderenti a quelli che sono i canali e gli strumenti di comunicazione soprattutto delle nuove generazioni. Le situazioni che vediamo oggi sono il frutto della propaganda diffusa attraverso le reti, attraverso TikTok, attraverso tutti i nuovi strumenti di comunicazione diretta, senza mediazione, e soprattutto molto breve, verso le generazioni sempre più giovani perché la propaganda colpisce ragazzi che nulla sanno di terrorismo internazionale, di estrema destra o di altri di tipi, ma sono interessati dalle scene di violenza e soprattutto da questo clima che si sta riformando di antisemitismo come categoria di persone responsabili di ogni cosa, e quindi possibili obiettivi disumanizzati. Vi parlo di casi, fortunatamente non numerosi, ma che in Europa si sono cominciati a ripetere, e da parte di ragazzi molto giovani, spesso anche quindicenni, quattordicenni, che si sentono istigati a passare all’azione. Questo per dirvi il quadro della situazione davanti alla quale ci troviamo. L’attività di prevenzione è un lavoro che una volta giunto al risultato di scoprire una certa situazione, di attribuire delle responsabilità a certi soggetti, non si può esaurire li. C’è bisogno proprio di quello che voi fate, cioè la costruzione di una cultura sana da proporre ai giovani, soprattutto ai più giovani. L’invito è di cercare di sperimentare l’utilizzo di questi nuovi canali e di queste forme di comunicazione che sono attualmente l’unica forma di rapporto con la realtà di queste nuove generazioni. Anzi, quello che vediamo, che constatiamo nelle nostre attività quotidiane è che spesso questa virtualità viene confusa con la realtà vera. Questi ragazzi vivono quasi più in forma virtuale che in forma fisica e nel momento in cui commettono uno di questi reati, spesso molto gravi, che possono essere anche delle aggressioni, pensano che spegnendo il computer è tutto finito e non ci sono più seguiti, responsabilità o altro”.

Ha assistito all’iniziativa anche il capo della Polizia Vittorio Pisani che, ha ricevuto dal rettore Francesco Bonini il Sigillo dell’Università LUMSA. Tra i tantissimi presenti nella sala Giubileo dell’Università LUMSA, anche Lamberto Giannini (prefetto di Roma), Roberto Massucci (questore di Roma), Noemi Di Segni (presidente UCEI – Unione della comunità ebraiche italiane) e Felice Romano (segretario generale SIULP). Quest’ultimo uscendo dall’università LUMSA ha voluto rimarcare il valore dell’evento: “Questi incontri sono d’importanza strategica, perché la memoria per essere tale ha bisogno di conoscenza e la conoscenza porta alla consapevolezza. Mezzi come la cultura e le comunicazioni di massa con i nostri giovani, ci consentono di fargli comprendere qual è il lavoro che si fa per evitare che succedano gli abomini che abbiamo visto e poi perché proprio loro ci posso aiutare, nel processo di consapevolezza, ad evitare che accadano in futuro” Ha coordinato i lavori Guglielmo Fiori, consulente per i grandi eventi dell’Università LUMSA.

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