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Alla scoperta delle eruzioni solari, le primi immagini di Metis

Lo strumento realizzato dall'Asi ha catturato l'origine degli switchback

Pubblicato:12-09-2022 19:07
Ultimo aggiornamento:12-09-2022 19:07

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ROMA – L’origine delle eruzioni solari, le violente esplosioni capaci di sprigionare energia pari a milioni di bombe atomiche, è sempre più vicina ad essere svelata con il contributo dell’occhio tecnologico made in Italy Metis che, a bordo della sonda Esa Solar Orbiter, ha catturato per la prima volta le immagini della formazione di perturbazioni magnetiche nella superficie della nostra stella. Fenomeni, detti switchback, che sono vere e proprie inversioni del campo magnetico e, come sotto l’effetto di una frusta, si propagano a grandissime distanze nello spazio interplanetario. L’osservazione di queste ‘onde d’urto’, spiega l’Agenzia Spaziale Italiana, è stata ottenuta grazie all’alta risoluzione raggiunta da Metis durante il passaggio ravvicinato al Sole, che ha permesso di risolvere e studiare la struttura su piccola scala della corona solare.

Metis è progettato da Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), Università di Firenze, Università di Padova, CNR-IFN, e realizzato dall’Asi con la collaborazione dell’industria italiana. Il suo obiettivo è osservare la corona solare nella luce visibile polarizzata e nella banda UV. E per farlo è stato progettato in maniera da creare un eclissi artificiale: il suo occhio occulta il disco solare per osservarne la corona e rilevare le emissioni di materiale che non sarebbero visibili se la luce diretta ‘accecasse’ la sua ottica.

Il risultato del coronografo italiano è stato ottenuto grazie ai dati acquisiti quando la sonda Solar Orbiter si è affacciata sul Sole il 25 marzo scorso a una distanza di 0.32 unità astronomiche, circa 48 milioni di chilometri. Daniele Telloni dell’INAF, primo autore di uno studio pubblicato su Astrophysical Journal Letter, ha dichiarato che “la prima immagine di uno switchback nella corona solare ha svelato il mistero della sua origine. Continuando a studiare il fenomeno potremmo riuscire a far luce sui processi che accelerano il vento solare e lo riscaldano a grandi distanze dal Sole”.


Metis insieme agli altri strumenti equipaggiati sulla Solar Orbiter, è stato lanciato lo scorso 10 febbraio con l’obiettivo di studiare l’eliosfera, verso le zone ancora inesplorate del sistema solare. Tra questi i poli solari e lo spazio circumsolare. Nei prossimi 7 anni il dispositivo continuerà il suo viaggio percorrendo delle traiettorie ellittiche, avvicinandosi periodicamente al Sole come mai prima è stato possibile. Per scoprire la natura ultima dell’energia che accelera il vento solare; per comprendere le continue fluttuazioni di emissione di luce; per svelare i meccanismi che inducono l’improvvisa comparsa di ‘brillamenti’ nella corona solare.

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