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Digitale e registri contabili, una circolare Anorc chiarisce le nuove regole

Anorc interviene per fare chiarezza sulle ultime novità normative in tema di registri contabili, anche alla luce di interpretazioni errate circolate nei giorni scorsi

Pubblicato:12-09-2022 09:49
Ultimo aggiornamento:12-09-2022 09:49
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digitale tecnologia
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ROMA – Una lettura chiara delle nuove regole di tenuta e conservazione sostitutiva digitale dei registri contabili, recentemente aggiornate dalla legge del 4 agosto 2022, n.122. La propone l’Associazione Nazionale per Operatori e Responsabili della Custodia dei dati, delle informazioni e dei documenti digitali (ANORC) insieme ad ANORC Professioni, in risposta alle polemiche sorte per la proposta di abrogazione dell’obbligo annuale di conservazione sostitutiva digitale dei registri contabili tenuti con sistemi elettronici.

“Contrariamente a quanto è stato ampiamente scritto in questi giorni nei canali di comunicazione generalisti in modo probabilmente affrettato, da una lettura attenta della norma appare evidente che l’ambito di intervento si riferisca esclusivamente alla regolarizzazione della tenuta dei registri contabili per i quali non sia intervenuta la trasposizione su supporto cartaceo entro i termini di legge previsti”.
ANORC ha diffuso oggi una Circolare che approfondisce punto per punto i temi toccati dalla legge, dagli ambiti di applicazione, al valore probatorio “rafforzato” delle scritture contabili informatiche, all’assolvimento dell’imposta di bollo.

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I chiarimenti sono soprattutto a beneficio degli operatori del mercato. Sono infatti numerosissime le imprese che hanno sposato per la propria gestione documentale l’informatica, sostenendo ingenti investimenti per adeguarsi alla digitalizzazione del sistema Paese e risulterebbe gravoso, oltre che paradossale, dover predisporre nuovamente l’organizzazione e la struttura per la trasformazione in cartaceo di quanto generato, gestito e conservato a norma in digitale negli ultimi anni.

“L’attuale stato di profonda crisi non deve giustificare la diffusione di false informazioni, magari utili nel breve periodo a fini propagandistici – dichiarano gli esponenti delle due Associazioni di categoria- ma che potrebbero portare a spiacevoli sorprese in capo agli imprenditori, unici e diretti responsabili nei confronti dello Stato e in particolare del Fisco per la propria documentazione contabile.

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